martedì 27 novembre 2012

Couscous dolce: cioccocous

Lo so è tardi, ma quando mi metto in testa un'idea non c'è niente e nessuno che mi può fermare. E' un po' che ci penso: utilizzare il couscous per realizzare qualcosa di dolce ... e che dolce!!! Già in un post precedente vi ho parlato della provenienza e del modo per cucinarlo, quindi troverete notizie più dettagliate qui.
Per questa versione dolce ho voluto utilizzare gli ingredienti tipici della regione italiana che ha permesso il divulgare del couscous: la Sicilia. Quindi ho posizionato sul tavolo della mia cucina il couscous, la frutta candita, i pistacchi, il cioccolato e l'essenza di mandorle e dopo pochissimi passaggi ecco il risultato: i cioccocous, cioccolatini che racchiudono in se il couscous e i sapori della nostra Sicilia.



Ingredienti

gr. 250 di couscous
gr, 250 di latte 
gr. 250 di panna
aroma di mandorla
gr. 50 di zucchero
frutta candita
cioccolato fondente
pistacchi

Mettiamo a riscaldare il latte con la panna e appena inizia a bollire togliamo dal fuoco e versiamo lo zucchero  , l'aroma di mandorle e il couscous. Mescoliamo delicatamente e lasciamo gonfiare il couscous per alcuni minuti. Riposizioniamo sul fuoco il tegame e lasciamo cuocere per un paio di minuti. 
Togliamo dal fuoco, foderiamo con piccole quantità di couscous gli stampini in silicone e farciamo con frutta candita (ciliegie, scorze di arance, cedro).


Ricopriamo la farcitura con un cucchiaino di couscous e posizioniamo per mezz'ora gli stampini nel frigo. Trascorso questo periodo sformiamo le nostre piccole cupoline,


poniamole sulla grata per dolci e iniziamo la colatura con il cioccolato fondente fuso, cercando di ricoprirle abbondantemente



Appena terminato di ricoprire l'ultimo cioccocous, tritiamo una manciata di pistacchi sgusciati con i quali decoriamo i nostri dolcetti. Buon appetito!

In tutto questo contesto mi è sembrato opportuno e doveroso riporre i cioccocous, ormai asciutti, in una scatola ... d'oro  



ma forse era meglio che optavo per un forziere con chiusura a doppia mandata e lucchetto incorporato, perché nel giro di pochi minuti sono ....scomparsi. 
Sono riuscita miracolosamente a salvarne uno per farvelo assaggiare. Ma ... mi raccomando state svelti perché potrebbe scomparire senza che ve ne accorgiate!!!


Con questo post partecipo al contest ideato da Molino Chiavazza del blog La cultura del frumento

 Inoltre visto il consenso famigliare che hanno riscontrato i cioccocous mi piacerebbe partecipare anche al contest


lunedì 26 novembre 2012

La pasticciata di nonna Lidia

Attendo sempre con ansia l'appuntamento quindicinale del lunedì mattina per potervi parlare delle ricette della mia regione: le Marche e per poter conoscere tanti altri piatti della nostra bella Italia. Senza tanto tergiversare vi presento le mie care amiche di viaggio culinario "Cibo e regioni", che hanno il compito e il piacere di farci conoscere le loro regioni con ricette tipiche tradizionali. Questa settimana il tema è  "Stufati, brasati e spezzatini"
Io sono curiosa di sapere che cosa ci hanno preparato di buono quindi vado a dare una sbirciatina ai loro piatti. Venite con me???

CALABRIA:   Spezzatino alla Silana
CAMPANIA:  Spezzatino napoletano
TOSCANA: Cinghiale in dolceforte
LOMBARDIA: Stufato lombardo
VENETO: Spezzatino di musso
FRIULI VENEZIA GIULIA: Carne spicada in selvadigo
PIEMONTE: Stufà id mansu  
EMILIA ROMAGNA: La tasca di manzo ripiena
TRENTINO ALTO ADIGE: Lesso con la Peverada  
LAZIO:   Coda alla vaccinara
LIGURIA: Stuffou   
UMBRIA: Spezzatino marinato al vino rosso
MARCHE: La pasticciata di nonna Lidia
ABRUZZO:   Brasato con peperoni
VALLE D’AOSTA: “La Carbonata”
SARDEGNA:  Bocconcini di maiale in umido
BASILICATA: Bollito dei  Pastori


                                                      La pasticciata  di nonna Lidia

E' per me un grande onore presentarvi la pasticciata, piatto tipico della regione Marche, che tradizionalmente è simbolo di festa, di ricorrenze importanti e di momenti conviviali. Non a caso l'ho chiamata "la pasticciata di nonna Lidia", pensando a quella che realizza la mia mamma quando si raduna tutta l'intera famiglia: una vera festa.


Solitamente per questa realizzazione si utilizza carne scelta, come ad esempio il girello di vitellone e si seguono alcuni punti essenziali per una buona riuscita: cottura in un tegame ben chiuso e a calore forte ad inizio cottura ma lento e dolce durante tutto il tempo necessario per ottenere una carne tenerissima. E' superfluo dire ogni famiglia ha la propria ricetta: c'è chi usa il pomodoro, chi il passato e chi il concentrato. Molti fanno cuocere la carne nel sugo insieme a sedano e carote ed infine passano tutto ottenendo una salsa che versano sulle fette di carne. Io vi presento una delle tante ricette sperando di poter allietare il mio e il vostro gusto prossimamente con altre ricette sulla pasticciata fanese.

Ingredienti

kg 1 di carne di vitello (girello)
pancetta
aglio
chiodi di garofano
sale e pepe
olio
conserva di pomodoro


Prendiamo un pezzo di carne leghiamola con lo spago da cucina, saliamo, pepiamolo, stecchiamolo con aglio e chiodi di garofano e avvolgiamolo con le fette di pancetta.


Poniamolo in un tegame con un dito d'olio extravergine d'oliva e lasciamolo cuocere lentamente cercando di girare la carne per farla rosolare in tutte le parti. Chiudiamo il tegame con un piatto cupo nel quale versiamo
un bicchiere di vino e copriamo il piatto con un coperchio. Il vino evaporando emana un profumo che aromatizza la carne stessa. Quando la carne sarà ben rosolata versiamo l'acqua nella quale abbiamo sciolto il concentrato di pomodoro e lasciamo cuocere lentamente per circa 2 ore. A cottura ultimata, lasciamo raffreddare la carne e tagliamola a fette sottili disponendola in un tegame abbastanza stretto. 



A questo punto versiamo, sulle fette di carne, il sugo filtrato di cottura  facendo attenzione a ricoprire totalmente le fette di carne per evitare che quelle in superficie si induriscano:  lasciamo cuocere lentamente per un'ora. Serviamo le fette di pasticciata accompagnate con bietole lessate, con piselli e con dell'ottimo purè. Buon appetito!

venerdì 23 novembre 2012

Riso venere integrale con peperoni e salsiccia

Ve lo leggo negli occhi. Lo so che state aspettando con impazienza la mia ricetta con il riso integrale venere! E con grande piacere che vi voglio accontentare presentandovi questo riso un po' particolare nel sapore e nell'aspetto. Ha il pericarpo color ebano, per questo è conosciuto anche come riso nero, mentre l'interno del chicco è bianco. E' un riso profumato: l'aroma si percepisce già dai chicchi crudi ed aumenta con il calore durante la cottura. E' un riso adatto alla preparazione di risotti, insalate fredde e come contorno per accompagnare carni e pesci.


La mia proposta è il riso venere integrale con peperoni e salsiccia

Ingredienti

riso venere integrale biologico Ecor
cipolla
peperone
salsiccia
olio
sale
pepe
brodo vegetale

In una casseruola versiamo l'olio e la cipolla e lasciamo leggermene soffriggere. Uniamo il riso e il brodo vegetale portando dolcemente ad ebollizione. Nel frattempo cuociamo il peperone tagliato a dadini con l'olio e la salsiccia ed insaporiamo con sale e pepe. A metà cottura del riso uniamo il sugo di peperoni e salsiccia lasciando terminare la cottura. Per ottenere una bella presentazione versiamo nel piatto una vellutata di peperoni sulla quale adagiamo una porzione di riso venere. Buon appetito
Potete trovare i prodotti Ecor in vendita nei negozi Naturasì e Cuorebio, oppure online su


giovedì 22 novembre 2012

Idea regalo per Natale: marmellata di arance

Non so se avete notato! Molte vetrine sono già addobbate con fiocchi, stelline e palline natalizie. Sinceramente mi sembra ancora presto anche se nel settore del commercio si dice che "chi prima arriva, prima macina". Quindi allineiamoci in questa scia di pensiero e prepariamo i primi regalini di Natale. Ecco la mia prima proposta che trovo sempre molto utile per chi la riceve e gratificante per chi la regala: marmellata di arance. In realtà, molte volte non sappiamo cosa regalare ... un profumo, una pianta, un libro ... tutto molto valido, però la scelta ci crea molti dubbi. Quale sarà il profumo preferito? Rose o orchidee? Un giallo o un libro di letteratura classica?
Un regalo ha sempre un chiaro significato: deve venire dal cuore, pensato per la persona cara che lo riceverà e soprattutto non deve essere un dovere ma un piacere anche per chi lo dona.
Proviamo a regalare qualcosa realizzato con le nostre mani: sarà certamente molto gradito!
Visto che io adoro conservare i sapori e i colori della frutta e della verdura, ho pensato di confezionare piccoli vasetti di marmellata.



A volte bastano pochi ingredienti per ottenere ottimi risultati. In questo caso ecco cosa ho utilizzato


Ingredienti
kg. 1 di polpa di arance
1 limone
2 carote
gr. 400 di zucchero

Con il pelapatate peliamo le arance e il limone conservando le scorze ottenute. Ora peliamo a vivo le arance, eliminando tutta la parte bianca e tagliamo la polpa in piccoli pezzi. Poniamo una pentola sul fuoco e versiamoci i pezzi delle arance, parte delle scorze, il succo del limone, lo zucchero e le carote precedentemente tritate. Cuociamo per circa 2 ore a fuoco moderato e poi versiamo nei barattoli di vetro. Capovolgiamo i barattoli fino ad ottenere il sottovuoto. Buon appetito.

 E' ovvio che si tratta di un regalo natalizio è importante anche la scelta del barattolo e la sua confezione. Io ho trovato questi. Cosa ne dite?



Vi ringrazio anticipatamente per i commenti e per le email e vi lascio con il classico assaggio virtuale.



Con questa mia proposta partecipo al contest


martedì 20 novembre 2012

Couscous ... mari e monti

I figli hanno un grande potere magico: sanno sempre come fare per ottenere quello che vogliono dai propri genitori. Ci conoscono talmente bene che hanno imparato a memoria quali sono i tasti giusti da premere per far sprigionare in noi le più forti emozioni. Basta pensare che siamo felici quando lo sono loro nella stessa misura che ci preoccupiamo e rattristiamo quando sono avviliti. Questo loro lo sanno e spesso usano queste nostre attitudini per il loro più caro tornaconto. Non a caso mia figlia quando vuol mangiare qualcosa di diverso è subito pronta a dire "In questa casa si mangiano sempre le stesse cose ... e poi hai un blog di cucina!!!". " E no! Bella mia! Questa volta ti sistemo io!!! Couscous ... mari e monti!".


Il couscous è un piatto di origine nordafricana che si è diffuso in Italia, soprattutto in Sicilia ed in Sardegna, in seguito ad una serie di fattori storici legati alle varie dominazioni e agli scambi commerciali. Per sommi capi posso dire che per preparare il couscous, la semola viene posta in un piatto di terracotta a bordi bassi, famoso nel Trapanese come mafaradda, viene spruzzata con acqua salata e lavorata con la punta della dita, fino ad ottenere dei piccoli granelli di semola raggrumata. Una volta preparato, il couscous si cuoce a vapore nella cuscussiera: un contenitore a forma troncoconica, composto da una pentola (kedra) nella quale viene fatto bollire il brodo e da una parte superiore forata (kaskas) dove cuoce il couscous.
Ormai questo piatto si è diffuso e si è affermato anche nelle nostre tavole e per praticità usiamo il prodotto pronto e precotto formato da granelli di semola di grano duro.
Ci tengo a precisare che per questa ricetta ho utilizzato il couscous che gentilmente ci è stato fornito dalla ditta Il Molino Chiavazza, che infinitamente ringrazio.

                                                                  Ingredienti

                                                                  2 melanzane
                                                                  gr. 300 di mazzancolle sgusciate
                                                                  gr, 250 di couscous
                                                                  sedano
                                                                  cipolla
                                                                  zucchina
                                                                  aglio
                                                                  olio extravergine
                                                                  sale e peperoncino

Ricordiamoci che per esaltare questa ricetta ci servono le mazzancolle fresche, che con il loro sapore e colore delicato si sposano a meraviglia con il resto degli ingredienti; in caso contrario optiamo per  le code degli scampi o i gamberetti ed uniamo i filetti di acciuga e i capperi ed avremo un piatto dal sapore più deciso.

Tagliamo a fette sottili le melanzane, facciamole grigliare in una padella antiaderente, saliamole e lasciamole a marinare per un'ora con l'olio extravergine.


Nel frattempo tritiamo finemente la carota, il sedano, la cipolla, la zucchina, il peperoncino, uno spicchio d'aglio e facciamo soffriggere il tutto in una padella con un filo d'olio.




 Aggiungiamo circa mezzo litro di acqua calda, saliamo e portiamo a bollore. A questo punto aggiungiamo le mazzancolle, un po' intere e le altre a pezzi, facciamole cuocere per un paio di minuti. Togliamo dal fuoco e facciamo rinvenire il couscous nel brodo bollente. Quindi allarghiamolo sul vassoio, lasciamolo raffreddare e poi lo sgraniamo.


Con l'aiuto dello stampo per zuccotto disponiamo una parte del coucous a cupola al centro di un piatto da portata. Il resto del couscous lo distribuiamo sulle fette delle melanzane, formando poi degli involtini che posizioniamo attorno alla cupola centrale. Irroriamo con un abbondante giro d'olio e possiamo guarnire il piatto a piacere. Buon appetito!

Secondo voi come è andata con mia figlia? La risposta ve la darò dopo il dolce. E si! Anche il dessert era a base di couscous. Ma questa è un'altra ricetta quindi vi aspetto al prossimo post. Intanto vi lascio una piccola porzione tutta per voi.





Con questa ricetta partecipo al contest ideato dal blog "La cultura del frumento" del Molino Chiavazza



mercoledì 14 novembre 2012

Biscotti integrali ai fiocchi d'avena

Sono le nove di sera e dopo una giornata di lavoro finalmente torno a casa. Mentre mi avvicino al portone di casa penso già alla cena, preparata nel pomeriggio, canocchie con la peperonata, e mentalmente mi pregusto il sapore. Entro in casa e non faccio in tempo ad appoggiare le buste della spesa quando ... "Sabrina, hai comperato i biscotti integrali per la colazione di domattina?". La mente si mette in funzione ed inizia a fare la lista delle cose comperate ... latte, farina, frutta, detersivo, pane e ... no, i biscotti no!.
Velocemente rispondo "Ehm, ehm! I biscotti, quelli che ti piacciono tanto? Si, si, ne ho comperato due pacchi!". Io che non sbaglio mai, non posso dire di essermi dimenticata di comperare i suoi biscotti integrali. Mai!!! Ora debbo risolvere il problema: ma noi donne, che ne sappiamo una più del diavolo, non ci perdiamo di coraggio. Ed ecco che dopo cena, nel silenzio della notte, impasto velocemente alcuni ingredienti, stendo la sfoglia e con un bicchiere formo tanti biscotti rotondi. Inforno e ... come se non bastasse qui, mentre i dolcetti si stanno cuocendo ricamo un piccolo pezzo di stoffa. Dovete sapere che ogni ricamo è una parte della mia vita e porta in se un ricordo. Sforno i biscotti ed il loro profumo invade la mia cucina e il resto della casa. ..."Sabrina, cosa stai cucinando?". "Niente! E' solo una ricetta per il mio blog, si tratta di biscotti con la farina integrale così potrai confrontare il loro sapore con quello dei biscotti che ho comperato! Anzi ti consiglio di mangiarli domattina per colazione: i miei sono più sani e genuini, fatti con le uova del contadino!". Secondo voi sono stata abbastanza convincente? Domani ve lo saprò dire! Io c'ho messo tutta la mia buona intenzione ed ho preparato anche una piccola sorpresa ...unendo le mie due passioni: cucina e ricamo!



Biscotti integrali con fiocchi d'avena

gr. 100 di fiocchi d'avena tritati
gr. 100 di farina integrale
gr. 50 di farina di mais
2 uova
gr. 100 di zucchero di canna
gr. 100 di burro
2 cucchiai di latte
gr. 50 di uvetta sultanina
1 cucchiaino di lievito per dolci


In una ciotola versiamo i fiocchi d'avena tritati, la farina integrale, la farina di polenta, lo zucchero, le uova, il burro morbido, il latte, il lievito, l'uvetta tritata finemente e il lievito per dolci. Impastiamo fino ad ottenere un composto morbido e compatto. Avvolgiamolo nella pellicola trasparente e lasciamolo riposare per 20 minuti in frigo. Trascorso questo periodo, prendiamo il nostro impasto e stendiamo una sfoglia spessa più di un centimetro e con l'aiuto di un bicchiere formiamo tanti cerchi, che poseremo sulla teglia. I biscotti sono pronti  per essere infornati a 170° per 20 minuti. Sforniamoli e lasciamoli raffreddare. Ricordiamoci di conservarli in una scatola di latta o in barattolo di vetro per mantenerli più croccanti. Buon appetito!



Sarà una sorpresa gradita? A voi ... le conclusioni!!!!

lunedì 12 novembre 2012

Olive marinate o strinate: ricetta tipica delle Marche

Oggi sono particolarmente felice ... a dir la verità io sono sempre felice quando scrivo un post di cucina, perché ho la sensazione di trascorrere il mio tempo con tutti voi e giorno dopo giorno vi sente sempre più vicini. Sono sicura che sia superfluo dirvi che stamattina dedicherò il mio post alla meravigliosa rubrica "Cibo e regioni", quindi state pronti perché pubblicherò una ricetta tipica marchigiana: le olive marinate.  Lo so! Sono pronta per una bella tiratina di orecchie, ma per una volta perdonatemi: le olive non sono una verdura bensì un frutto. Però non ho potuto evitare di far rientrare questo delizioso prodotto della natura nel tema di questa settimana "Le verdure di stagione". 
Vi invito a visionare gli altri blog che fanno parte di questa iniziativa dove ognuno è rappresentante della propria regione e propone un piatto tipico della tradizione culinaria. 

CAMPANIA:  Pizza con friarielli e salsiccia
SICILIA: Pasta con i broccoli
TOSCANA: Minestrone di verdure
LOMBARDIA: Verze imbracate
VENETO: Tagliatelle alla trevisana
FRIULI VENEZIA GIULIA: Capuzi garbi
PIEMONTE: Cardi di Re Carlo Alberto  
EMILIA ROMAGNA: Torta di patate
TRENTINO ALTO ADIGE:   Ciapus Cott
PUGLIA: Recchietèdde e ccìme de rape che l’alìsce
LAZIO:   A tutta indivia... per un bel risotto tutto romano e per gli aliciotti della  cucina ebraico-romanesca
LIGURIA:  suppa de scucuzun e cou neigro  
UMBRIA: Crostini di cavolfiore con l’olio nuovo
MARCHE: Olive marinate
ABRUZZO:   Cioffa mbriica
VALLE D’AOSTA: “Zuppa alla valdostana con cavolo e fontina, Verdure sotto sale per l’inverno”
SARDEGNA:  Melanzanzane ripiene carne e pecorino sardo
BASILICATA:   Ciambotta
MOLISE:Mestecanza



E' sempre un problema quando si deve scegliere la ricetta da pubblicare per la rubrica "Cibo e regioni", perché esistono una marea di ricette tipiche della mia regione, ma penso che sia un dilemma per tutti noi che aderiamo a questa iniziativa.
Questa settimana il tema è vastissimo, le verdure di stagione ... e tanto per citarne qualcuna: i cavolfiori alla fanese, i "grugni" alla puretta, i finocchi gratinati, i cardi alla parmigiana, l'erba di campo,le coste di bietole pastellate, i broccoli con le alici, i porcini con la salsa tartufata o i porcini in graticola.
E tra tante prelibatezze io ho scelto le olive. Volete sapere perché? Adoro le olive e le considero un valido contorno; e visto che in questi giorni dove mi giro vedo gente che le raccoglie sia nei giardini che negli oliveti e nell'aria si avverte il pungente profumo dell'olio novello, ho pensato che fosse debito rendere omaggio a questo piccolo ma grande frutto.

  O L I V E M A R I N A T E

Kg. 1 di olive (Tipo leccino o raggiola)
gr. 40 di sale grosso
finocchi selvatico
aglio
scorza di arancia o di limone

Laviamo accuratamente le olive e lasciamole ad asciugare all'aria aperta per qualche giorno. Poniamole in un barattolo di vetro ed alterniamole al sale, ai pezzetti di finocchi selvatico, all'aglio e a qualche scorza di arancia. Lasciamo riposare per qualche giorno, poi iniziamo quotidianamente ad agitare il barattolo con le olive, cercando di mescolarle, ricordandoci di non chiudere mai ermeticamente il barattolo. Le olive saranno pronte per essere mangiate dopo un mese e si conservano per diverso tempo. Ai primi caldi, le olive ormai mature, le possiamo lavare, asciugare e conservare sottolio e in questo caso si mantengono anche un anno. Buon appetito!





Le olive così mantenute possono essere mangiate come contorno, ma si possono utilizzare anche per arricchire i sughi per la pasta, farcire le pizze, possono inoltre essere unite e cotte insieme ai cavolfiori, ed essere la base di diversi paté come il famoso pesto alle olive.
Purtroppo, come vedete anche dalla foto, le mie olive non sono pronte per essere mangiate, quindi non posso farvele sentire ma possiamo fare un assaggino del pane casereccio bruscato e condito con l'olio d'oliva novello appena uscito dal frantoio: D E L I Z I O S O ! 

sabato 10 novembre 2012

Come fare i biscottini da tè

E' sempre piacevole trascorrere qualche ora in compagnia delle proprie amiche. Si parla dei figli con tutte le problematiche giovanili, ci si confronta mettendo in discussione le proprie azioni e spesso i propri sentimenti tramite le personali esperienze e i vari momenti della vita. Insieme si lavora a maglia o all'uncinetto, si cuce ed ognuna mette in mostra le proprie creazioni.
Ed in queste occasioni come dimenticarsi della cucina e delle ricette?
E' un classico!!!
Cosa avete preparato per la cena di questa sera? ... domenica ho invitato i miei vicini di casa ed ho preparato i cappelletti  ... buonissimi! ...chi di voi ha mai cucinato il pesce al sale? ... quali sono gli ingredienti e i tempi di cottura?
E così vola il pomeriggio condito da risate, da consigli e sempre intervallato dal magico momento del tè e dei pasticcini.


Ho detto magico momento non perché io sia la Fata Turchina, ne tanto meno il Mago Merlino!!!
Sono i biscottini che rendono questo momento fatato, sia per il profumo di vaniglia che sprigionano, sia per il  gradevolissimo sapore che si avverte al primo morso. Per non parlare della loro consistenza: sono tenerissimi, talmente morbidi che si sciolgono in bocca. Proviamo? Ok, proviamo!

Ingredienti

gr. 300 di farina 00
gr. 180 di zucchero semolato
2 uova
gr. 100 di burro morbido
un pizzico di sale
un cucchiaino di lievito per dolci
1 fialetta di essenza alla vaniglia


In una capiente ciotola versiamo la farina, lo zucchero, le uova, il burro ammorbidito, il pizzico di sale, il lievito e l'essenza di vaniglia. Impastiamo bene i vari ingredienti fino ad ottenere un impasto omogeneo e compatto. Lasciamo riposare una decina di minuti e poi iniziamo a realizzare i nostri biscottini con l'apposito attrezzo che io chiamo lo "sparabiscotti". Creiamo un biscotto alla volta e poniamolo una teglia, appositamente rivestita con la carta forno, fino all'esaurimento dell'impasto.




A piacere possiamo cospargerli di zucchero di canna o con la granella di zucchero e realizzare diverse forme. Inforniamo a 180° per circa 20 minuti facendo attenzione alla cottura: i biscottini debbono rimanere teneri. Sforniamo e lasciamoli raffreddare sulla grata. Buon appetito! 

Un assaggino! E' un grande piacere potervi offrire un mio pasticcino nella speranza che sia di vostro gradimento

venerdì 9 novembre 2012

Zuppa di cicerchie: ricetta tipica delle Marche

Un giorno polpette, l'altro tagliatelle, seguono melanzane gratinate, poi ravioli e ... oggi? Cosa si prepara in cucina? Questo è il solito e quotidiano problema della maggior parte delle persone che trafficano tra padelle e piattini. Io gioco a carte scoperte o meglio a pentole scoperte e vi voglio far sbirciare cosa bolle nella mia pentola. Ecco: la zuppa di cicerchie


Alzi la mano chi di voi conosce la cicerchia? Beh, ad essere sincera, io ne ho appena fatto la sua conoscenza e vi assicuro non è per niente male! Un sapore molto particolare, un misto tra la fava ed il cece ... e comunque da provare! Scusate, non vi ho ancora presentati!!! Amici del mio mondo virtuale, vi presento la new entry nella mia cucina: la cicerchia, una leguminosa da granella nell'aspetto simile al cece, si trova solo secca e pertanto, come gli altri legumi secchi, va tenuta in ammollo in acqua per almeno 8 ore prima di essere  cotta.


Ingredienti

gr. 500 di cicerchie
cipolla
aglio
olio extravergine
passata di pomodoro
sale e pepe
prezzemolo

Lasciamo in ammollo le cicerchie per 8 ore, trascorso questo periodo facciamole bollire in abbondante acqua saltata per circa un'ora. Nel frattempo prepariamo il sugo: mettiamo in un tegame l'olio, la cipolla tritata, lo spicchio d'aglio ed la passata di pomodoro. Lasciamo cuocere per una ventina di minuti aggiungendo il sale, il pepe ed il prezzemolo tritato. A questo punto uniamo le cicerchie al sugo e parte del liquido di cottura. Proseguiamo la cottura per mezz'ora, o fino a quando le cicerchie risulteranno morbide e se necessario unire altra acqua calda. A cottura ultimata distribuiamo la zuppa nelle fondine individuali, accompagnata da fette di pane abbrustolito completando con un filo d'olio extravergine ed una macinata di pepe a mulinello. Buon appetito! 





A proposito di cicerchie, in un libro di cucina ho letto che è un legume ormai caduto in disuso ed è coltivato solamente in alcune zone dell'Italia Centrale in quantità ridotta. Voi cosa ne pensate? Vogliamo dare un'occasione di rivalutazione ad uno dei più antichi legumi della terra marchigiana? Questo è l'obiettivo della mia ricetta!!! Un assaggino? Prego ...!!!



giovedì 8 novembre 2012

Trippa alla contadina: ricetta tipica delle Marche

Oggi vi stupirò con effetti speciali! O quasi! In realtà oggi vi posterò la ricetta della trippa che cucina la mia mamma e "di speciale" ha il sapore inconfondibile della tradizione e della buona cucina marchigiana
.

Ingredienti

Trippa
sedano
carote
cipolla
aglio
vino
concentrato di pomodoro
prezzemolo
sale e pepe

Laviamo accuratamente la trippa precedentemente lessata e tagliamola a listarelle. In un tegame facciamo soffriggere l'olio con la cipolla, il prezzemolo, il sedano e la carota. Versiamo la trippa, lasciamola insaporire per qualche minuto ed aggiungiamo sale e pepe. Sfumiamo con il vino bianco e lasciamo cuocere lentamente per mezz'ora; ora aggiungiamo un po' di concentrato di pomodoro diluito con l'acqua tiepida. Lasciamo cuocere a tegame coperto e a fuoco lento per circa un paio di ore. Serviamo la trippa ancora calda accompagnata da una spolverizzata di parmigiano grattugiato al momento. Buon appetito! 

mercoledì 7 novembre 2012

Pizza margherita

Forse al titolo del post avrei dovuto aggiungere "Pizza battuta: dolce tipico delle Marche", e già immagino la faccia di quelli che con la ricerca di "Pizza Margherita" vedranno la foto del mio dolce appena sfornato


Spero che non rimangano delusi, perché si tratta di un dolce di pasta morbida e leggera, solitamente aromatizzato all'anice o alla vaniglia ed ha un doppio utilizzo. Può essere mangiato per merenda o a fine pasto, accompagnato da un buon bicchiere di sangiovese o di vino di visciole. Inoltre costituisce la base di tantissime torte, farcite con la crema, la cioccolata o la marmellata. Nel tempo ha rappresentato uno dei capisaldi delle ricette tipiche dolciarie delle Marche, tanto da essere offerto e servito durante le ricorrenze più importanti: i "rinfreschi" dei matrimoni o dei battesimi erano caratterizzati dalla presenza di vassoi stracolmi di morbide fette di pizza margherita, solitamente accompagnate da un bicchierino di rosolio o da un tazza di squaglio (cioccolata calda). Questa usanza con il tempo è scomparsa, ma la pizza margherita mantiene il suo meritato posto d'onore. A casa mia ogni volta che la preparo è sempre la stessa storia. 
"Che profumo! Hai fatto il dolce?". 
"Si!!! Ma non si tocca!!!".
Volete sapere perché?! Beh, Mi serve per fare la torta!!!! La taglio a fette, spesse poco più di un centimetro, che poi alterno con la crema ed infine ricopro con la panna, I dettagli della ricetta? Prometto ve li darò nei prossimi post, perché questa ricetta sarà la base delle mie future torte.

Ingredienti 

6 uova
gr.300 di zucchero
gr. 150 di farina
gr. 150 di fecola
1 bustina di lievito per dolci
1 vanillina
2 cucchiai di anice

Per prima cosa separiamo gli albumi dai tuorli. In una terrina versiamo gli albumi e, con l'aiuto delle fruste elettriche, montiamoli a neve ben soda
  

In un'altra ciotola lavoriamo i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere una spuma morbida e liscia


Ora, molto delicatamente, uniamo i due composti con l'utilizzo di un cucchiaio di legno ottenendo una crema molto soffice. Sempre mescolando uniamo la farina, la fecola, la vanillina, l'anice e per ultimo il lievito. Versiamo il composto in una teglia foderata con la carta forno e inforniamo a 180° per mezz'ora, senza mai aprire il forno. Sforniamo la nostra torta e lasciamola sulla grata da dolci,

  

Lo so che questo dolce non si "tocca", mai per voi voglio fare un'eccezione. Assaggiatene una fettina ... nella sua semplicità è buonissima



venerdì 2 novembre 2012

Torta crema e pinoli

Vi siete mai chieste perché la nostra classica torta crema e pinoli sia detta "torta della nonna"? Credo che la risposta sia nella conformazione del dolce: assomiglia tantissimo alla torta che Cappuccetto Rosso portava alla sua nonnina ammalata; e non escluderei neppure una similitudine al famoso dolcetto che Nonna Papera preparava in occasione dei suoi picnic. Sinceramente fra tante celebrità non sono più sicura di voler presentarvi la mia tortina preparata nella mia semplice cucina ... ma visto che ci siamo e che sono sicura della sua bontà ve la voglio presentare e chissà mai che, con il tempo, diventi la torta di mamma Sabrina!!!




Ingredienti

Per la pasta

gr. 300 di farina 00
gr. 100 di zucchero
gr. 150 di burro
1 uovo
1/2 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina

Per il ripieno

1/2 litro di latte fresco
gr. 100 di zucchero
gr.50 di farina
gr. 40 di fecola di patate
3 tuorli 
scorza d'arancia grattugiata 
pinoli

Per decorare

albume
zucchero a velo

In una ciotola versiamo la farina, lo zucchero, il burro ammorbidito, l'uovo, la vanillina ed il lievito, impastiamo velocemente tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto liscio e compatto: Avvolgiamo l'impasto nella pellicola trasparente e poniamolo nel frigo per mezz'ora. Nel frattempo prepariamo la crema nel metodo tradizionale: sbattiamo i tuorli con lo zucchero uniamo la farina , la fecola , il latte caldo e la scorza dell'arancia grattugiata. Facciamo cuocere una decina di minuti, e noteremo che la crema inizia a rapprendere: continuiamo la cottura fino ad ottenere la giusta consistenza. Togliamo dal fuoco e lasciamo raffreddare.
Riprendiamo l'impasto dal frigo, preleviamone un po' più della metà e foderiamo una tortiera, precedentemente imburrata.


 Versiamo sul fondo un abbondante strato della nostra crema , distribuiamo i pinoli e ricopriamo con un'altro disco ottenuto dalla restante pasta. Chiudiamo bene i bordi, lucidiamo la superficie con l'albume e cospargiamo i pinoli rimasti. Inforniamo per 30 minuti a 180°. Sforniamo la nostra torta, poniamola sulla gratella e spolverizziamola con lo zucchero a velo. Buon appetito!


Vi assicuro che l'accoppiata crema-pinoli è vincente, se poi la crema l'aromatizziamo all'arancia diventa tutto divino!!!!
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