mercoledì 31 ottobre 2012

Dolce con noci e cioccolato

Qualcuno potrebbe pensare che non è semplice scrivere un post in un blog di cucina quando si vogliono esprimere i propri sentimenti. In realtà questo principio colpisce in pieno i miei dubbi, anche se in fondo sia la cucina che i sentimenti hanno un punto d'incontro: l'amore, inteso come dedizione e passione.

Maurizio, uno dei tanti fornitore di formaggi, entra pensieroso nel mio negozio: ognuno di noi porta sempre con se i problemi del quotidiano ed oggi di problemi ce ne sono tanti. C'è gente, lo guardo cercando di capire nei suoi gesti e nella sua espressione fino a che punto il suo pensiero sia stato rapito dalle attuali problematiche. Ma non sono una brava psicologa! Maurizio, da lontano mi sorride, alza leggermente il braccio e noto che che nella mano stringe un sacchetto di carta bianca con su scritto Lidia, il nome di mia mamma. Si avvicina, mi porge il sacchetto e dice "Queste sono per voi ...  sono le fave dolci, le ha fatte Anna!".  Il cuore mi si riempe di gioia, provo a ringraziarlo ma scuote leggermente la testa e dice "La prossima volta vi porto un dolce con le noci, una ricetta che Anna ha imparato dalle donne di Saltara". Rimango senza parole, mi rendo conto che qualche volta bastano dei piccoli gesti per far scaturire e quindi farci rendere conto  dell'immensità dei sentimenti umani ... (segue).
Ok! Smetto!  E passo alla ricetta che gentilmente mi ha fornito Anna di questo meraviglioso "Dolce con noci e cioccolato"


Ingredienti

3 uova
gr. 100 di burro
gr.100 di farina 00
gr. 150 di zucchero
1 cucchiaino di lievito per dolci
gr. 300 di noci col guscio
gr. 100 di cioccolato fondente

Mettiamo nella planetaria le uova con lo zucchero, sbattiamo velocemente poi uniamo il burro leggermente fuso, la farina, il lievito, le noci sgusciate ed infine il cioccolato tritato grossolanamente. Versiamo il composto in una tortiera, ricoperta con la carta forno ed inforniamo per 30 minuti a 180°. Sforniamo e lasciamo raffreddare il dolce sulla grata. A piacere polverizziamo di zucchero a velo o cacao in polvere. Buon appetito! 

Grazie Anna! 


 

martedì 30 ottobre 2012

Biscotti di Halloween e crema ganache

Trick or treat ...che noi abbiamo tradotto in dolcetto o scherzetto!
Questo è ciò che sentiremo la notte del 31 ottobre dalla voce dei bambini festosi che annualmente vengono in questa ricorrenza a suonare il campanello delle nostre case.
Lo so! Non è una festa italiana, ma ormai è riuscita ad entrare a piedi pari nella nostra tradizione. I negozi si trasformano appendendo scheletri finti ed esponendo zucche intagliate, i ristoranti propongono serate a tema con menù a base di pietanze dai nomi più orripilanti, le pasticcerie fanno a gara mettendo in mostra le golosità più geniali: dai fantasmini di meringa, ai cappelli di strega di cioccolato, alle bellissime torte in pasta di zucchero con decori fantastici. E anche nelle nostre cucine c'è aria di halloween! Qual'è la vostra proposta? Sarei proprio curiosa di sapere cosa avete in mente! Io sto preparando dei biscottini farciti con la crema ganache.



Ingredienti

Per i biscotti

gr. 300 di farina
gr. 150 di zucchero
2 uova
gr. 120 di burro
2 cucchiai di rum
un cucchiaino di lievito per dolci


Per la farcitura

gr. 200 di cioccolato fondente
gr, 100 di panna fresca

Per prima cosa prepariamo i biscotti. Mettiamo sulla spianatoia la farina, lo zucchero e  facciamo un incavo dove versiamo le uova, il burro ammorbidito, il lievito e il rum. Impastiamo bene i vari ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo.

 

Raccogliamolo a palla, avvolgiamolo nella pellicola trasparente e collochiamolo nel frigo per mezz'ora.
Trascorso questo periodo riprendiamo l'impasto, stendiamolo con il mattarello in una sfoglia alta non più di un centimetro e ritagliamola con lo stampino a forma di zucca intagliata.
Poniamo tutti i biscottini ottenuti in una teglia ricoperta con la carta forno ed inforniamo per 15 minuti a 170°. Cosa ne dite! Andiamo a dare una sbirciatina nel forno per assicurarci la giusta cottura?



Nel frattempo che i biscottini si cuociono indisturbati noi andiamo a preparare la nostra farcitura: la crema ganache. Spezzettiamo il cioccolato e facciamolo fondere a bagnomaria.


Incorporiamo la panna fresca e mescoliamo con cura e lasciamo intiepidire. Ora con lo sbattitore lavoriamo la crema finché risulterà ben gonfia e spumosa. A questo punto non ci resta che sfornare i biscottini, lasciarli raffreddare e poi farcirli con la crema ganache. Buon appetito!

Ah!| Mi dimenticavo!

D O L C E T T O   O   S  C H E R Z E T T O ! ! !



lunedì 29 ottobre 2012

Crema fritta o cremini: ricetta tipica marchigiana


Lo so! Lo so che siete tutti impazienti di sapere quale sarà l'argomento che tratteremo questa settimana nella rubrica Cibo e Regioni. Senza tanti giri di parole vi accontento subito: il Fritto e questa è la mia ricetta : crema fritta detta anche cremini alla marchigiana


E per fare una bella scorpacciata di fritto misto vi consiglio di dare una sbirciatina anche agli altri blog che partecipano alla ormai consueta carrellata di assaggi tipici delle loro regioni


CALABRIA:   Crispeddi  
CAMPANIA:  Palle di riso 
LOMBARDIA: Gli Sciatt 
VENETO: Frito de sardele 
FRIULI VENEZIA GIULIA: I “crafen” 
EMILIA ROMAGNA: Chizze Reggiane 
TRENTINO ALTO ADIGE:   Straboi e Rostida  
PUGLIA: Le Pettl  
LIGURIA:   panissette frite 
UMBRIA: Arvoltolo 
MARCHE: Crema fritta 
BASILICATA:     Panzerotti 



Anche questa settimana la scelta della ricetta non è stata semplice visto che la regione Marche ha nella sua tradizione culinaria tantissime ricette che rientrano in questa categoria dall'antipasto al dolce, passando per la carne, il pesce e le verdure. Velocemente cito le famose olive all'ascolana, olive verdi denocciolate, farcite con polpa di vitello, uova e aromi quindi passate in farina, uova battute e pangrattato e infine fritte nell'olio. Continuo: coniglio fritto, verdure pastellate (cavolfiori, carciofi, zucchine), frittura di pesce misto di paranza, crocchette di uova alla marchigiana; per non parlare dei dolci: le castagnole (la ricetta la trovate qui), le fichette di Cantiano, le cresciole di carnevale, i bomboloni con la crema, i ravioli farciti con la marmellata ... Stop! Altrimenti non vi posso raccontare la mia dolce esperienza legata al fritto e alla festa del Fritto che si svolge nel mio quartiere. E si! Le Marche sono talmente legate a questo tipo di cottura  da  dedicarle sagre e feste, dislocate in diverse città e caso vuole che anche a Fano, e più precisamente a Metaurilia, si svolga ogni anno la festa del Fritto grazie alla volontà ed al lavoro dell'Associazione "Quei d'la dal fium". Ma io cosa centro con tutto questo? Beh! Sono stata chiamata per ben due anni di seguito a presentare un dolce fritto che rappresentasse la nostra regione. In realtà non ho presentato un solo dolce, ma una serie di dolci tipici posizionati in un ambientazione creata per l'occasione: una spiaggia con tanto di faro illuminato, i capanni. le conchiglie e tutto sulla rete da pesca. Ed eccomi alle prese con la mia, o meglio con la nostra realizzazione, visto che sono stata aiutata da tante collaboratrici.


Ed ecco alcune delle foto che rappresentano i fritti dell'occasione
le ciambelle fritte e glassate di Mariana



Le fichette di Cantiano di Maria Grazia



La cicerchiata di Concetta



Le ciambelle con le patate di Tiziana



Le bombe di Graziella


Potrei continuare e presentarvi altri dolci ma per oggi mi soffermo in maniera più dettagliata sulla crema fritta o cremini, dove si può assaporare. in tutta la loro semplicità, la tradizione di un tempo. I cremini sono piccoli e teneri cubotti dorati contenenti una crema dal sapore di vaniglia e spesso sono abbinati alle olive ascolane per addolcirne il sapore salato. Nella cultura culinaria delle Marche vengono uniti ai fritti in genere e sono considerati un contorno che segue i secondi piatti insieme alle diverse verdure pastellate. In realtà sono ormai  diventati una portata valida e buona in qualsiasi ora del giorno capace di regalarci una nota dolce che si scioglie in bocca.

Ingredienti

1 litro di latte intero
un pezzetto di scorza gialla di limone
una bustina di vanillina
6 tuorli
gr. 200 di zucchero
gr. 150 di farina
gr. 30 di fecola di patate

per l'impanatura

2 uova
farina 
pangrattato
zucchero a velo

olio per friggere

In una ciotola versiamo i tuorli con lo zucchero e lavoriamoli con una frusta fino ad ottenere un composto soffice e spumoso. Uniamo la farina, la fecola e il latte caldo, precedentemente aromatizzato con la vanillina e la scorza del limone. Mescoliamo bene e versiamo il tutto in una casseruola e facciamo cuocere per 10 minuti a fuoco lento mescolando continuamente.Terminata la cottura, eliminiamo la scorza del limone e versiamo la crema in una pirofila rettangolare rivestita di carta forno. Facciamola raffreddare per almeno un paio d'ore e trascorso questo tempo, tagliamo la crema  a losanghe o a quadrati. Quando tutti i cremini sono pronti passiamoli nella farina, poi nelle uova sbattute


ed infine nel pangrattato


Friggiamoli in abbondante olio ben caldo e pochi per volta fino a quando risulteranno dorati. Scoliamoli e poniamoli sulla carta assorbente per far perdere l'unto in eccesso. Trasferiamoli in un piatto da portata e polverizziamoli con lo zucchero a velo. Buon appetito!

Spero che siate stati bene in mia compagnia e mi farebbe tanto piacere offrirvi un pezzettino della mia crema cotta proveniente direttamente dalle Marche.


Con questa ricetta partecipo al contest indetto dal blog Melizie in Cucina



domenica 28 ottobre 2012

Cialde alla crema e amarene di Cantiano: ricetta marchigiana

Non so quanti di voi siano del mio stesso pensiero? La domenica non è festa se, a conclusione del pranzo, non c'e un dolcetto, magari piccolo piccolo: un petit biscuit ! Quindi il sabato pomeriggio mi ritrovo tra pentole e pentoline, libri di cucina e vecchi ricettari sempre alla ricerca di ... sinceramente non cerco mai qualcosa in particolare: basta poco per attirare la mia curiosità culinaria, a volte anche un piccolo dettaglio. Ed ecco che questo sabato sono alle prese con le cialde ripiene alla crema e amarene di Cantiano. 


Questa ricetta è antichissima, sicuramente di origine liturgica, e comunque possiamo collocarla nel periodo in cui veniva praticata l'antica arte dei "cialdonari". La parola cialda deriva dal vocabolo latino "calida", cioè calda, riferita la cottura sul fuoco di un impasto in appositi stampi a tenaglia detti chiappe.
Era il 1705 quando Giovan Maria Lancisi, medico personale di papa Clemente XI, soggiornò nel Montefeltro, visitando Carpegna, Pennabilli, San Leo, Tavoleto. E tra le portate dei ricchi banchetti, Lancisi annotò "i dolci, le cioccolate, i rosolii, copiosi dessert arricchiti di cialde".
Ed ecco la motivazione che mi ha spinto alla ricerca della mia vecchia pinza per le cialde tra i tantissimi utensili da cucina: ognuno con uno scopo ben preciso, dalla tigelliera al ferro per le pizzelle abruzzesi o quello per i waffels.  A dire la verità era un po' di tempo che non usavo più la mia cialdiera e nel rivederla mi è tornato in mente anche la versione salata delle cialde da farcire con i salumi, i formaggi e le verdure.
Ma questa è un'altra ricetta, oggi solo dolci: cialde ripiene di crema e arricchite con amarene sciroppate di Cantiano. Più dolci di così!!! In questo caso ho usato la crema per farcire le nostre cialde, ma volendo si può optare per il miele, la cioccolata, la crema al pistacchio: tutto in base ai propri gusti

                                                          Ingredienti
   
                                                          Per le cialde
                                                         
                                                          2 uova
                                                          gr. 50 di zucchero
                                                          gr. 100 di farina
                                                          4 cucchiai di olio extravergine
                                                          2 cucchiai di anice
                                                          1 bustina di vanillina

                                                          Per la farcitura
                                                         
                                                          2 tuorli
                                                          mezzo litro di latte intero
                                                          gr. 100 di zucchero
                                                          gr. 80 di farina
                                                          scorza gialla del limone
                                                          amarene sciroppate


Per prima cosa prepariamo la crema nel metodo classico: in una casseruola battiamo i tuorli con lo zucchero, la farina ed infine il latte caldo. A fuoco lento mescoliamo in continuazione, quando inizia a rapprendersi  aggiungiamo la scorza del limone e continuiamo a mescolare sino a fine cottura. Versiamo in una ciotola e lasciamo raffreddare. Ora passiamo alla preparazione delle cialde. In un recipiente mescoliamo le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungiamo l'olio, l'anice, la farina e la vanillina formando una pastella densa. Sulla fiamma del fornello scaldiamo la cialdiera e quando risulta calda versiamo un cucchiaio di pastella.



  Chiudiamo la pinza e cuociamo in entrambi i lati le cialde, una alla volta, fino ad esaurimento dell'impasto. 
                   

Le cialde sono pronte! Manca solo la farcitura con la crema preparata in precedenza ed arricchita con le amarene. Buon appetito!
Con questa ricetta partecipo al contest ideato dal blog La cultura del frumento relativo i biscotti della tradizione


mercoledì 24 ottobre 2012

Ricetta marchigiana: brutti ma buoni ... buoni, buoni!

Garantisco io! Questi biscottini dalla forma sgraziata e irregolare sono dei veri bocconcini d'infinita bontà. Cosa ne dite, vogliamo provare a realizzarne un'infornata per renderci conto fino a che punto arriva la loro bruttezza e soprattutto la loro bontà? Forza, armiamoci della nostra solita dose di buona volontà ed andiamo a leggere gli ingredienti. Ma cosa ne dite se prima diamo una sbirciatina ai nostri dolcetti? Eccoli! Appena sfornati e pronti per essere gustati con una fumante tazza di thè o per accompagnare un bicchierino di vin santo o di vino di visciole, un liquore tipicamente marchigiano.


Ingredienti

gr. 150 di mandorle
gr. 150 di nocciole
5 albumi
gr. 200 di zucchero a velo
1 bustina di vanillina 
1 pizzico di sale



Facciamo tostare le mandorle e le nocciole ed dopo averle raffreddate tritiamole grossolanamente. Montiamo a neve ben ferma gli albumi con un pizzico di sale, aggiungiamo lo zucchero a velo, la frutta secca tritata. Mescoliamo velocemente l'impasto, poniamolo in una spessa casseruola e cuociamo a fuoco basso continuando a mescolare fino a quando sarà dorato. Foderiamo una teglia con la carta forno e distribuiamo, con l'aiuto di un cucchiaio, tanti mucchietti grandi come una noce, fino all'esaurimento dell'impasto. Cuociamo in forno a 160° per 30 minuti. Buon appetito!


Questa ricetta c'insegna che non dobbiamo  mai fidarci delle apparenze; dobbiamo imparare a guardare oltre le cose così come ci appaiono!

sabato 20 ottobre 2012

Come fare la torta di rose

Ricordo ancora quando mi hanno parlato, per la prima volta, di questa torta decantando tutta la sua bontà. la sua leggerezza e la sua semplicità nel realizzarla. La mia fantasia, non certo ancorata a semplici stereotipi, già viaggiava e visionava una torta ricoperta di rose, poi scendendo dall'Olimpo ho pensato ad una torta che tra gli ingredienti avesse petali di rosa. Ma niente di tutto questo! Sabrina, svegliati!!!! La torta di rose è un semplice dolce di pasta lievitata farcita a piacere, marmellata, crema o cioccolata. La particolarità è nella sua configurazione: sembra un giardino di rose in fiore.


La ricetta che vi propongo l'ho realizzata con il mio Bimby, elettrodomestico utilissimo in cucina e valido aiutante.

Ingredienti

gr. 20 di zucchero a velo
gr. 150 di latte
1 cubetto di lievito
3 tuorli d'uovo
gr.30 di olio
gr.350 di farina tipo 00
1 bustina di vanillina

Per il ripieno

gr. 100 di burro
gr. 100 di zucchero

Mettiamo nel boccale lo zucchero a velo, il latte, il lievito, i tuorli, l'olio, la farina e la vanillina, impastiamo per un minuto, boccale chiuso, modalità spiga. Otteniamo velocemente un impasto liscio e morbido che stendiamo sulla spianatoia formando un rettangolo sottile. Nel frattempo prepariamo la farcitura mettendo nel boccale il burro e lo zucchero semolato lavorando per un minuto a velocità 3.Questa crema ottenuta è pronta per essere spalmata sul rettangolo di pasta. Arrotoliamo la sfoglia formando un cilindro. Tagliamo dei tronchetti alti cm.4, cercando di sigillarli nella parte inferiore e poniamoli uno alla volta sulla teglia ricoperta di carta forno. Cerchiamo di distanziarli un dall'altro, perché abbiano spazio durante la lievitazione.


 Lasciamo lievitare in un luogo caldo e privo di correnti d'aria. Inforniamo a 180° per 30 minuti. Ed ecco che ho voluto immortalare un momento della fase di cottura dentro il forno


Sforniamo e poniamo il nostro dolce sulla grata per evitare che s'inumidisca nella teglia ancora calda.
A piacere polverizziamo con lo zucchero a velo. Buon Appetito!
Permettetemi di pubblicare un'altra foto del nostro dolce di rose ed vi assicuro che il nome è riferito non solo al suo aspetto visivo ma anche al suo sapore delicato: come una rosa.



Con questa ricetta partecipo al contest


martedì 16 ottobre 2012

Torta pere angelica e cioccolato

Quante volte parlando di ricette abbiamo sentito la parola "mare e monti", come espressione di un equilibrato connubio di prodotti aventi due diverse provenienze. Solitamente il mare è rappresentato dal pesce o dai crostacei mentre i monti sono le verdure: funghi, asparagi, carciofi, zucchine.
Oggi vi voglio presentare la mia ricetta ma in versione dolce, dove il mare è rappresentato dal liquore, o meglio dal preparato (miscuglio a base di rum, anice e cognac), utilizzato per preparare la moretta, tipico della città di Fano mentre i monti  hanno come degna rappresentante la pera angelica, prodotta in alcuni comuni dell'entroterra fanese ed in particolare a Serrungarina dove ogni anno si svolge una sagra in onore di questo frutto delizioso.


Ha un colore verde-giallo con una sfumatura rosacea in prossimità della parte esposta al sole, il suo profumo è inconfondibile, intenso, tipico della pera matura. E ciò che cattura maggiormente i nostri sensi è il suo sapore: dolce e leggermente speziato.
Ed ecco la mia ricetta: torta di pere angelica e cioccolato

Ingredienti
Per la pasta
gr. 200 di farina
gr. 50 di zucchero
gr. 30 di mandorle 
gr. 120 di burro
1 uovo

per la farcitura
gr. 40 di cacao 
pere angelica
gr.80 di burro
1 uovo
gr.150 di zucchero
gr.50 di farina
preparato per la moretta


In una ciotola versiamo la farina, lo zucchero, le mandorle tritate finemente, il burro ammorbidito a pomata e l'uovo. Mescoliamo velocemente fino ad ottenere un impasto morbido che avvolgeremo nella pellicola trasparente e lo riporremo nel frigo per mezz'ora. Nel frattempo sbucciamo le pere, le tagliamo verticalmente  in 4 pezzi  lasciandole a macerare nel preparato per moretta per circa 10 minuti. Prepariamo ora la farcitura: montiamo l'uovo con lo zucchero, aggiungendo il burro fuso, il cacao ed infine la farina. Non ci rimane che assemblare tutti i pezzi! Stendiamo la pasta in una tortiera, adagiamoci le pere sgocciolate ed infine versiamo la farcitura pareggiando con un cucchiaio. Inforniamo per mezz'ora a 180° in forno preriscaldato. Sforniamo, poniamo sulla gratella e a piacere polverizziamo con lo zucchero a velo. Buon appetito!!! 


Foto in bianco e nero? Cosa ne dite di dare un po' di colore a questa immagine? Io aggiungo un goccio di preparato per moretta nell'impasto della farcitura e come per magia ...
E voilà! Un dolce assaggio della mia mare e monti!









lunedì 15 ottobre 2012

Ricetta tipica delle Marche: tagliatelle con le noci


Con questo post voglio salutare e ringraziare tutte le persone che seguono l'appuntamento quindicinale Cibo e regioni, rubrica di cucina regionale. Di seguito troverete tutte le rappresentanti delle varie regioni italiane con relativa ricetta proposta ... il tema "Castagne e frutta secca". Vi assicuro che ogni blog ha qualcosa da raccontare e da proporre; la loro visione è sempre molto piacevole, quindi facciamo insieme questo gustoso e stuzzicante viaggio gastronomico attraversando l'Italia dal nord al sud, passando per il centro

CALABRIA: Crocette di Rosa ed Io
CAMPANIA:  Castagne allesse di Le Ricette di Tina
SICILIA: Pasticcini di pasta di mandorle di Cucina che ti Passa
TOSCANA: Castagnaccio di Non Solo Piccante
LOMBARDIA: La Busecchina di L’Angolo Cottura di Babi
VENETO: Minestra di marroni  di Semplicemente Buono
FRIULI VENEZIA GIULIA: Torta povera di Nuvole di Farina
PIEMONTE: Risu e castògne sèche    di La Casa  di  Artù
EMILIA ROMAGNA: Castagnaccio alla ricotta di Zibaldone Culinario
TRENTINO ALTO ADIGE:     Zuppa di funghi e castagne in crosta di A Fiamma Dolce  
PUGLIA: Le chiacune   di Breakfast da Donaflor
LAZIO:   Agnolotti con le castagne dop di Vallerano di Chez Entity
LIGURIA:  i battolli di Un’arbanella di Basilico
UMBRIA:  Brustengolo di 2 Amiche in Cucina   
MARCHE: Tagliatelle con le noci di La Creatività e i suoi Colori
ABRUZZO:    Sassi D'Abruzzo di In Cucina da Eva
VALLE D’AOSTA: “Castagne sciroppate, Tagliatelle con farina di castagne fontina e noci, Torta di noci di Courmayeur”    di L’Appetito Vien Mangiando
SARDEGNA:    Ciambelline alla arancia e mandorle veloci senza latte e uova   di Vickyart  Arte in Cucina
BASILICATA:   Castagnaccio   di Pasticciando con Magica Nanà
MOLISE: Ostie richiene   di Mamma Loredana 



Vi confesso la mia enorme indecisione nel scegliere una ricetta tipica marchigiana che abbia tra gli ingredienti le castagne o la frutta secca. Il motivo, sicuramente, lo potete immaginare! Sono tantissime le ricette, con storie, aneddoti, tipicità diverse. Le beccute anconetane, i biscotti del pescatore, tipici di Fano, la crostata di mandorle, dolce dell'Alto Maceratese, i cavallucci che vengono preparati nella zona di Cingoli e di San Severino Marche. Per non parlare del nostro famoso nocino che annualmente viene preparato da tantissime famiglie dal Pesarese all'Ascolano, vista la facilità con la quale si trova la materia prima: le noci, il cui mallo viene raccolto il giorno di San Giovanni, il 24 giugno. Visto il periodo non potrei mai dimenticarmi di citare le famosissime fave dei morti, che stanno colmando le vetrine di tutte le migliori pasticcerie e se vi fa piacere potrete trovare la ricetta nel mio blog, QUI.
La scelta non è stata a caso: ho seguito il mio cuore ed ho pubblicato la ricetta delle tagliatelle con le noci, un piatto semplice ma ricco di tradizione; in effetti è usanza realizzare questo piatto in ricorrenza della vigilia di Natale, e tengo a precisare che mi è stato tramandato da mia suocera della quale ho un grandissimo ricordo.

  Ingredienti

Tagliatelle
noci
pane grattugiato
olio
sale
parmigiano grattugiato a piacere



Tritiamo grossolanamente le noci sgusciate e mettiamo da parte; nel frattempo versiamo in un tegame l'olio, lasciamolo riscaldare, aggiungiamo il pane grattugiato, che lasciamo cuocere fino a renderlo croccante, poi uniamo il sale e le noci tritate. Lessiamo le tagliatelle in abbondante acqua salata, scoliamole e versiamole nel tegame con il preparato alle noci. Mescoliamo velocemente per far aderire il condimento alla pasta e se necessita aggiungiamo l'olio. A piacere aggiungiamo dell'ottimo parmigiano grattugiato. Buon appetito! 


PROTAGONISTA DEL MIO PIATTO: LA NOCE




giovedì 11 ottobre 2012

Fave dei morti: biscotti tipici delle Marche

Sta piovendo.
Da dietro i vetri della mia cucina mi rendo conto che questa prima pioggia decreta la fine dell'estate e l'arrivo dell'autunno che, gentilmente, sembra essere entrato in punta di piedi nella nostra vita quotidiana.
La natura lentamente ha cambiato aspetto, usando, per dipingere la scena, un'ampia gamma di colori dalle calde tonalità.
Sono indecisa.
Resto in casa o esco? Mi faccio un caffè: bollente, profumato e dolcissimo. Non basta, qualcosa fuori mi chiama.
Esco di casa.
Le ultime gocce di pioggia mi bagnano delicatamente le spalle e sembrano voler sancire la loro presenza. E senza neppur accorgermene, ho recepito il loro messaggio e qualche brivido di freddo mi penetra sotto la pelle. Faccio un giro in giardino e scatto qualche foto per cercare di catturare la magia di questa natura che riesce sempre a creare dei grandi capolavori  e mi rendo conto che mai nessuno riuscirà ad eguagliarla.





Una dolce consolazione.

Quel caffè, bollente, profumato e dolcissimo mi ha messo un certo languorino; rientro in casa e senza neppure pensarci due volte decido di  mettere le mani in pasta ... dolce, in questa occasione. E cosa c'è di meglio di un biscottino, di un dolcetto, anche piccolino, per entrare anche noi in punta di piedi in questa stagione un po' triste, melanconica ma ricca di profumi, sapori,colori e tradizioni: le fave dei morti.

La tradizione

Le fave dei morti sono dei croccanti dolcetti legati al periodo della Commemorazione dei defunti. Anticamente durante i riti funebri venivano servite le fave, frutto della natura, essiccate durante l'estate e poi bollite. La semina della fava era fissata il 2 novembre o il 7, il 17 o il 27 novembre rispettando la cabala del numero 7,  visto che un baccello contiene sette semi. Con l'andar del tempo il legume bollito è stato sostituito da questi biscottini che imitano la forma tondeggiante dei grossi semi.

Le mie fave dei morti 

Ingredienti
2 uova
 gr.250 di mandorle sgusciate 
gr.200 di zucchero
gr.150 di farina 00
una noce di burro
una bustina di vanillina
mezzo cucchiaino di ammoniaca in polvere

Per prima cosa tritiamo finemente le mandorle.


Versiamo la farina sulla spianatoia insieme allo zucchero e alle mandorle, precedentemente tritate, formando un cratere. Pratichiamo un foro con la punta delle dita e versiamoci le uova, la noce di burro, la vanillina e l'ammoniaca. 



Mescoliamo velocemente gli ingredienti formando un impasto morbido. Preleviamo una piccola quantità e realizziamo un filoncino lungo dal quale otteniamo, con l'aiuto di un coltello delle piccole porzioni. Con l'aiuto del palmo delle mani otteniamo delle palline e le posizioniamo sulla spianatoia.



Ora, ad una ad una, le riprendiamo, partendo dalla prima, le passiamo nello zucchero semolato schiacciandole leggermente e le posizioniamo sulla teglia ricoperta di cartaforno

.

Inforniamo a 180° per circa 20 minuti controllandone la cottura. Sforniamo,  lasciamo raffreddare sulla grata e una volta raffreddati possiamo mantenerli per diversi giorni chiusi in un barattolo. Buon appetito!


Ci tengo a precisare che esistono diverse varianti delle fave dei morti e basta variare di poco le quantità degli ingredienti e si ottengono risultati ottimi ma diversi. Ma questa è un'altra storia o meglio un'altra ricetta! 




Con questo post partecipo al contest ideato dal blog La cultura del frumento relativo ai biscotti della tradizione.


sabato 6 ottobre 2012

Marmellata ricca di mele cotogne, noci e mosto cotto casalingo

Molti di voi si chiederanno "Perché marmellata ricca?". La risposta è semplice!
Ho cinquant'anni e, non mi vergogno di dire che non ho mai visto, ne mangiato una mela cotogna e tanto meno una marmellata realizzata con questo frutto un po' bitorzoluto ma profumatissimo. E visto che nel mio lessico non esiste la parola MAI, ho deciso di lanciarmi in questa novità culinaria. La maggior parte delle ricette prevedono  il classico procedimento e  gli stessi ingredienti: mele cotogne, zucchero, limone e proprio ad esagerare una grattugiata di cannella. E da qui nasce la mia idea di provare ad arricchire la marmellata con altri ingredienti di contrasto al retrogusto asprigno, proprio della mela cotogna. La mia mente si  mette al lavoro, ma in questi casi è il gusto che immagina la giusta combinazione e il palato, stimolato, inizia ad assaporare ed invia al mio cervello i primi impulsi. Cosa ne dici, Sabrina, di questa combinazione: mele cotogne, noci e mosto cotto? E come di fa a dire che non va bene? Proviamo!!!


Ops! Scusate, ma il mio cervello ha perso qualche neurone! Riproviamo!



Adesso ci siamo!!! Questi sono i nostri ingredienti scelti per questa ricetta e tutti a Kilometro 0.

Ingredienti

kg. 1,5 di mele cotogne 
gr. 400 di zucchero
gr. 400 di mosto d'uva casalingo
una manciata di noci sgusciate
un pizzico di pepe (a piacere)

Laviamo le mele avendo cura di togliere lo strato di peluria che le avvolge, tagliamole in quattro e leviamo il torsolo, ottenendo circa un chilo di prodotto netto. 



Facciamolo bollire in acqua per una decina di minuti poi lo scoliamo lasciandolo raffreddare. Nel frattempo premiamo i chicchi dell'uva ottenendo il mosto e mettiamolo a cuocere per una mezz'ora a fuoco lento. Al mosto cotto casalingo aggiungiamo le mele cotogne precedentemente lessate, lo zucchero e lasciamo bollire lentamente per 2 ore. Io per scelta non ho passato la composta nel passaverdura, perché mi piacciono i pezzi di frutta, ma se volete aggiungete questo passaggio.




Circa mezz'ora prima della fine della cottura uniamo una manciata di noci sgusciate e tritate



Il risultato? Non ci resta che mettere la marmellata nei barattoli



Ehi! Una marmellata in bianco e nero ... non esiste! Per dare un tocco di "colore" basta aggiungere a piacere un pizzico di pepe macinato a mulinello e ... il gioco è fatto. Anzi la marmellata è pronta! Buon appetito!  



Ringrazio di vero cuore chi ha permesso la realizzazione di questa deliziosa marmellata: la mia amica Maria Grazia e la signora Onelia. Viva la collaborazione!!!
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