venerdì 30 settembre 2011

Un omaggio a mio padre: confettura di fichi e fichi caramellati


Debbo essere sincera fino all'osso e confessarvi che queste foto le ho scattate nell'orticello di mio padre con il suo dovuto consenso e sua grande felicità. E si! Appena ho accennato l'idea di fare qualche foto al suo regno a subito acconsentito ed ho notato nei suoi occhi un leggero accenno di soddisfazione: aveva già intuito che i suoi dolci fichi sarebbero stati ospiti del mio blog ed che sarebbero entrati nel mondo virtuale. Un vero onore e quale onore! Voi cosa ne dite se aggiungo qualche altra fotografia per far vedere a mio padre come ho utilizzato il frutto, e in questo caso i frutti, della sua grande passione?



Tra una montagna di panni da stirare, la cena da preparare e il vestito da finire  per la sfilata ho trovato il tempo anche per fare la marmellata, anzi la confettura di fichi. Veramente buona! Ad essere sincera non finisce qui l'avventura, perché mentre bolliva a fuoco lento la mia confettura ho avuto la brillante idea di realizzare una vecchia ricetta per ottenere i fichi caramellati e che mi è stata gentilmente fornita da Anna, una mia cara cliente. Gli ingredienti sono gli stessi della marmellata: fichi e zucchero.  



Sinceramente non ho pesato niente, ho solo messo i fichi in un tegame largo cercando di fare un unico strato su quale ho versato lo zucchero. Ho fatto bollire lentamente per circa 2 ore, girando lentamente i fichi e facendo attenzione  a non romperli. Quando lo zucchero ha assunto un colore ambrato e una consistenza caramellosa aderendo perfettamente ai fichi è ora ho imbarattolato in vasi di vetro perfettamente sterilizzati. Ricordatevi che per ottenere il sottovuoto basta capovolgere i barattoli ancora caldi ma controllate sempre che il coperchio si sia leggermente avvallato. 




I fichi caramellati si possono utilizzare in tanti modi: come ripieno per torte a pasta lievitata, o riempiti con la pasta di mandorla e poi ricoperti con il cioccolato oppure si possono offrire semplicemente accompagnati da un buon gelato al fiordilatte e spolverizzati di cacao in polvere. Buon Appetito! Secondo voi mio padre cosa dirà quando leggerà questo post? Al più presto la risposta! 




domenica 4 settembre 2011

Fano e dintorni: liquore alle more



Potrei iniziare da lontano dicendo che le Marche sono tra le regioni italiane che hanno la possibilità di offrire una vasta varietà di ambienti e di territori. Si passa dalle altitudini montane alle coste sabbiose del litorale attraversando un dolce pendio collinare. Anche i colori variano: dall'azzurro del  mare, al verde dei pascoli, ai dorati vitigni, al bianco delle montagne innevate. Non dimentichiamo il colore giallo che predomina in estate con le piantagioni di grano, di sorgo, di granoturco e di girasoli. E' affascinante allontanarsi appena qualche chilometro dalla città e trovarsi subito in una realtà collinare dove sembra essere inghiottiti da una favola. E si! Questa è stata la mia sensazione mentre stavo fotografando un campo di girasoli. Maestosi, tutti in fila come grandi soldati e, come dice il nome, sempre rivolti verso il sole con il "capo" leggermente inclinato, quasi in segno di rispetto. Ad osservarli bene viene da pensare, anche in questa occasione, come la natura riesca sempre a realizzare dei veri capolavori: un robusto fusto adornato di grandi foglie cuoriformi sorregge un capolino di fiori gialli o marroni, circondato da una vera corona di petali gialli. Ad essere precisi i fiori esterni sono "i fiori dei petali" e sono sterili, mentre i fiori che riempono il capolino sono "i fiori del disco" e quando si maturano diventano semi, utilizzati in cucina. Da essi si ottengono diversi prodotti tra i quali l'olio, alcuni grassi vegetali solidi tipo la margarina, i saponi, le candele e dai residui si ricavano prodotti alimentari per il bestiame. E visto che parliamo di cucina ricordiamoci che i semi crudi possono essere utilizzati al naturale, tostati e salati. 
Ma torniamo al nostro campo di girasoli, perché a fare da cornice a questa meravigliosa cartolina c'è sempre una stradina sterrata attorniata da un cordolo di rovi pieni di more appena mature.
  


Direi fantastico! Voi cosa fareste al posto mio? E mentre pensate alla risposta io vi dico che mi sono messa a mangiare le more come facevo da bambina. Chi di noi non ha fatto scorpacciate di more appena raccolte lungo le stradine di campagna per poi tornare a casa con le braccia tutte graffiate, le labbra e le mani macchiate di viola e i semini tra i denti? E se si ha pazienza si può raccogliere anche qualche frutto da portare a casa per farne della buona confettura.




Ma in questa occasione vi voglio postare un sistema per conservare il raccolto ed ottenere un ottimo rosolio:
liquore alle more.



Ingredienti
1/2 litro di alcool a 95°
1/2 litro si acqua
gr.500 di more 
gr.500 di zucchero

Mettere le more in un vaso, versare l'alcool e lasciare macerare per circa 1 mese. Trascorso questo periodo, aggiungere uno sciroppo composto da acqua e zucchero bolliti insieme. Nel liquore si possono lasciare parte delle more che serviranno per decorare dolci o accompagnare macedonie o  gelati. Il liquore può essere bevuto subito, ma se invecchia migliora. Buon appetito! 


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