venerdì 9 dicembre 2011

Il profumo del Natale: strudel di mele e pere

Tutti gli anni è la stessa storia. "E' Natale quando si sente nell'aria il profumo dei mandarini".Queste sono le parole di mia madre nel raccontare i suoi trascorsi, relativi a questo periodo dell'anno. Durante le festività natalizie i suoi nonni andavano in centro città per fare gli acquisti ed al loro ritorno portavano sempre qualcosa per i bambini, che solitamente si concretizzava in piccoli dolciumi colorati dal sapore di vaniglia o frutti provenienti da terre considerate lontane. Erano le banane o i mandarini: per noi oggi sono frutti che troviamo tranquillamente sulle nostre tavole mentre allora erano occasione di grande gioia e grande festa. Mi sembra d'immaginare la loro felicità nel ricevere un piccolo pensiero proveniente dalla città, i loro occhi sprizzanti  desiderio di assaporare gusti e profumi insoliti e diversi dalle mele o dalle solite pere. Ora capisco le parole di mia madre; sicuramente per capire tutte le realtà bisogna viverle di prima persona e poi qualche volta non basta. Va beh! Per stasera niente pillole di saggezza! Ma volete sapere cosa associo al Natale, dal punto di vista culinario? Lo strudel! E volete sapere perché? Perché per molti anni in questo periodo sono andata in giro per mercatini natalizi, visitando Bressanone, Merano, Bolzano, Innsbruk, Vipiteno, Brunico. In queste occasioni avevo la sensazione di entrare nell'atmosfera del Natale, sia per la magica ambientazione che per quello strano miscuglio di profumi e sapori che si avverte  vicino alle bancarelle. Lo so! Forse parlo da profana, ma lasciatemelo dire che in piccola parte il Natale è anche questo. Uscire a mani vuote è praticamente impossibile, perché si trova di tutto: addobbi realizzati a mano, decorazioni in legno, statuine per il presepe, cappelli in feltro, dolcetti aromatizzati, torroni artigianali e non manca mai lo strudel, dal suo inconfondibile profumo di cannella. Per questo oggi vi posto una delle tante ricette di questa specialità nella speranza che sia di buon augurio per queste nostre festività.


Come potete notare dalla foto lo strudel è composto da un involucro sottile e croccante di pasta arrotolato attorno ad un ripieno, che può variare: mele, pere, frutta secca, cannella, noce moscata, cioccolato, ricotta, uvetta e ...  pane grattugiato rosolato nel burro.

                                                                  Ingredienti per la sfoglia
                             
                                                                  gr. 200 di farina
                                                                  gr. 20 di olio extravergine
                                                                  gr. 20 di zucchero
                                                                  1 albume
                                                                  1 cucchiaio di acqua

                                                                   Ingredienti per il ripieno

                                                                   mele, pere e se preferite prugne
                                                                   zucchero di canna
                                                                   frutta secca (pinolo, noccioline, mandorle, noci)
                                                                   uva sultanina
                                                                   cannella in polvere
                                                                   pane grattugiato rosolato nel burro

Realizzare la sfoglia con gli ingredienti sopra citati, avendo cura di tirarla molto sottile. Sistemarvi sopra le mele, le pere sbucciate e tagliate a fette, lo zucchero di canna, la frutta secca, la cannella in polvere e il pane grattugiato. Arrotolare la sfoglia su se stessa, chiudere i bordi comprimendone le estremità. Porre lo strudel sulla teglia foderata con carta forno e pennellarlo con il tuorlo rimasto. A piacere si può decorare la superficie con la sfoglia realizzando foglie o decorazioni natalizie. Cuocere in forno preriscaldato a 180° gradi per 1 ora circa. Sfornare e polverizzare con zucchero a velo. Buon appetito e buone feste.
Con questa ricetta partecipo al contest di Nuvole di farina e di La casa di Artù


E visto che tra gli ingredienti c'è la frutta secca partecipo al contest ideato da Pasticciona in cucina

 

mercoledì 7 dicembre 2011

Insalata di mare in cestini d'arancia

Secondo voi, cosa avranno pensato i miei vicini quando, circa mezz'ora fa, nel buio della sera mi hanno visto aggirare con la pila nel mio orticello in cerca di rucola fresca?  Sicuramente il primo pensiero sarà stato "Si è proprio bevuta il cervello; da quando ha il suo blog continua a fotografare, tra i fiori del giardino, tutti i piatti cucinati, chiede ricette a tutte le donne del quartiere, soprattutto a quelle più anziane e, come se non bastasse, la luce della sua cucina rimane accesa fino a tardi." Ammetto che tutto questo è vero: e lo considero il principio di quel male comune a tutte quelle persone che credono in ciò che fanno. Ma torniamo al mio pellegrinaggio notturno e alla sua causa. Il tutto ha avuto origine nel pomeriggio, quando ho saputo che  mio marito sarebbe andato a cena con i suoi colleghi ed io avrei avuto una serata tutta per me, all'insegna della libertà, quella che io definisco libertà mentale. Ho iniziato subito a pregustarmi questo momento pensando a ciò che avrei potuto fare. Sarei potuta andare a ballare con le mie amiche, in un bel locale romagnolo. Ma no! Dove vado! Non fa per me! E allora cose me dite di un pigiama party su mio morbido divano a guardare un vecchio film d'amore, magari in bianco e nero? No, troppo banale, come banale sarebbe stato coccolarsi affondando il cucchiaino in un vasetto di cioccolata spalmabile. E poi, sai quanti rimorsi! Le alternative sarebbero state tante, ma tutti i pensieri che mi frullavano per la testa mi conducevano sempre ad un unico pensiero: la mia cucina. A dire la verità sono stata tentata anche dal cucito creativo e dalla realizzazione di alcuni addobbi natalizi in tessuto: ma sono sempre dell'idea che il cucito come il ricamo ha bisogno della luce del giorno. Quindi appena tornata a casa mi sono diretta nella mia pseudo-cucina- laboratorio ed armata di pentole, di ingredienti freschissimi e di macchina fotografica ho realizzato tutto questo per me e per voi. 


          
Beh! No, questo non è il piatto realizzato! Sono le arance che mi sono servite per realizzare i cestini contenenti il pesce lessato e condito.


Condito con olio, aceto, sale, pepe macinato  e ... la nostra rucola "notturna".



 Il risultato? Eccolo! E con questa immagine vi auguro buon appetito!


Con questa ricetta partecipo molto volentieri al contest ideato dai blog di Nuvole di farina e La casa di Artù

mercoledì 23 novembre 2011

In attesa della prima nevicata: turbantini di patate e speck

Non mi chiedete il motivo, ma oggi, dopo la lunga estate, ho avvertito per la prima volta una strana sensazione di freddo, o forse di grande umidità. L'aria era talmente satura di vapore acqueo da creare una situazione climatica molto simile ad una leggera pioggerellina. Bisogna ammetterlo: l'autunno è nel pieno della sua manifestazione. Nei colori, con i quali dipinge la natura, c'è un senso di tranquillità, di calore e di grande armonia. Nel fare il mio quotidiano giro in giardino avrei voluto fotografare ogni piccolo dettaglio per rendervi partecipi della mia, quasi infantile, visione. Nel giro di pochi giorni tutto ha mutato forma e colore. L'ortensia ci regala le sue ultime inflorescenze dai colori tenui e dalla struttura delicata: sembra una principessina.


Anche le ultime melagrane, rimaste attaccate ai rami, con foglie ormai ingiallite, sembrano hanno acquisito una dura corazza, quasi "arrugginita", ma pronta a "crinarsi" per dar visione dei suoi succulenti chicchi. 



Poi c'è lei, la regina indiscussa del giardino: forse è l'ultima per quest'anno; lo stelo è molto sottile quasi a voler indicare la difficoltà e la grande volontà nel sorreggere una creazione dalla bellezza effimera.


Credo che la maggior parte di voi riesca a capire cosa ho provato nel respirare l'aria dal profumo di muschio, di legna arsa nel camino e di ... e si! Alzo gli occhi al cielo e mi sembra di avvertire, o di pregustare, l'arrivo di qualche leggero fiocco di neve. Sarebbe stato fantastico, quasi magico, ma era solo la mia fantasia; quindi, sopraggiunto il buio, sono rientrata in casa. Ma, come potete immaginarvi, non avevo pace. L'idea della neve, così soffice, della sua delicata immagine, del suo candore continuava a perseguitarmi. Beh! Non proprio a perseguitarmi. Per attenuare questo mio stato d'animo e assecondare il mio desiderio di neve ho voluto fare una piccola "magia" in cucina e, se volete seguirmi, usate tutta la vostra fantasia. L'aggettivo soffice, riferito alla neve, l'ho concretizzato nel purè di patate; il suo candore nel parmigiano reggiano e il suo senso di vortice in un turbante di ... speck. Ed ecco nati i miei turbantini di patate e speck spolverizzati da una manciata di ottimo  parmigiano grattugiato ... ops! Di neve. Il tutto riscaldato, e nel caso gratinato, dal tepore del nostro magico grill.

   

Con questa ricetta partecipo al contest del blog "Pane e olio"


Con questa ricetta partecipo al contest "Un anno Ammodomio" 

lunedì 21 novembre 2011

Sapori e aromi d'autunno a Fano: polenta alla carbonara con i funghi


Oggi voglio iniziare questo post con una foto, dove sono presenti gli ingredienti della mia ricetta: l'olio, la pancetta, i funghi e ... la nostra polvere d'oro, o più semplicemente la farina di mais con la quale ho intenzione di preparare un'ottima polenta. Qualcuno dirà "Ma sei pazza a fare la polenta! Oggi la polenta si acquista già pronta". Si vede che c'è ancora chi non mi conosce bene. Fare la polenta, quella buona, quella morbida, che sia fina o grossa, è un'arte ed io posso dire che mi sento ... un'artista. Non si tratta semplicemente di versare la farina di mais nell'acqua e, come direbbe qualcuno, partiamo dall'inizio. Per prima cosa dobbiamo decidere se vogliamo mangiare una polenta fina (quindi comperiamo il tipo fioretto) o una polenta grossa (in questo caso l'acquisto verterà sul tipo di polenta bramata); inoltre, vogliamo mangiare la polenta o il polentone? Dopo  aver risolto questi piccoli e innocenti dilemmi culinari, avviamoci alla cottura di questo antichissimo cibo. Non sto a ricordarvi che per una migliore realizzazione ci vorrebbe la disponibilità del camino, del paiolo di rame, del famoso cucchiaio di legno a manico lungo e di circa 45 minuti di cottura.

Ingredienti per la polenta
litri 2 di acqua
gr. 500 di polenta
un cucchiaio di sale grosso
un cucchiaio di olio extravergine

Nel paiolo di rame versare l'acqua, salare e portare a  leggero bollore. Aggiungere la farina di mais a pioggia, facendola cadere lentamente, e un cucchiaio di olio. Contemporaneamente mescolare concentricamente per evitare la formazione di grumi per circa 45 minuti. Tale periodo può variare e superare l'ora se la polenta è di tipo bramata. Trascorso  il tempo di cottura versare la polenta sul tagliere di legno o nelle apposite fondine. Il condimento è a proprio piacere e io vi propongo questo

Ingredienti per il sugo

due fette di pancetta tagliate spesse
5 funghi
olio extravergine 
sale e pepe
  
In una padella versare l'olio e la pancetta tagliata a dadini; fare rosolare per qualche minuto.  Aggiungere i funghi  lavati e tagliati a fettine. Salare e pepare e lasciare cuocere il tutto per 10 minuti. Versare il sugo sulla polenta calda e servire subito. A piacere si può aggiungere una  spolverizzata di parmigiano grattugiato. Buon appetito! 


Gli ingredienti di questa ricetta sono prodotti tipici del periodo autunnale, dai colori caldi e dai sapori intensi del bosco. Non a caso abbino la mia ricetta ad una manifestazione "Sapori e aromi d'autunno", che si è tenuta oggi a Fano, mentre il secondo appuntamento è previsto per la prossima domenica. Vi invito a partecipare e visionare i bellissimi stands, ricchi di prodotti tipici della zona, che ho immortalato con le mie foto e che posterò quanto prima.
Con questa ricetta partecipo al contest "Una polvere d'oro che diventa polenta" ideato da Giulia del blog "Love at first bite" in collaborazione con Kuhn Rikon



martedì 15 novembre 2011

Via senza nome: quando non esisteva il computer

 Cosa avete pensato quando Cranberry nel suo blog Cappuccino e cornetto ha pubblicato il blogcandy "Oltre il vetro"?. Io, su due piedi, ho ideato visivamente l'immagine che, quotidianamente, vedo attraverso la finestra della cucina, del negozio dove lavoro o della  mansarda. Ma non finisce qui! Ho immaginato di guardare dall'oblò della barca  ... il mare, le boe e i gabbiani che solitari sorvolano le onde silenziose. La scelta è decisamente vasta e per un momento ... ecco,  cosa pubblico! La foto che ho scattato da un'enorme finestra dell'Empire State Building dieci giorni fa, mentre la neve cadeva leggera sui grattacieli di New York. Ma no ... no! Troppo banale anche se molto affascinante. Forse, in risposta a questa visione, ho deciso di tornare sul terrazzo della casa di mia nonna, scattare una foto e pubblicarla. Forse qualcuno si chiederà cosa abbia di speciale questa immagine, rappresentante il retro di una fila di case: niente, vi rispondo immediatamente, non ha neppure una denominazione. E' una via quasi pedonale, senza nome, ma con tanta storia e tante storie da raccontare. Molte persone sono passate, hanno giocato, sono cresciute, si sono incontrate e tra tanti incontri qualcuno si è anche sposato! Nella via, oggi, quasi deserta, si avverte ancora il ciarlare delle donne, le grida dei bambini, l'abbaiare dei cani, il profumo del sugo che sobbolle ed è adorabile fermarsi un minuto a pensare al tempo trascorso in questa strada. Era la strada dei giochi, dove noi ragazzi ci incontravamo per giocare a piazzetta, ai quattro cantoni, alle belle statuine, a nascondino. Ecco questi erano i nostri giochi preferiti quando non si giocava a mamma o al dottore. Non esisteva di certo il computer, ne tanto meno i video giochi tascabili, ma ogni oggetto diventava motivo di gioco e quindi d'aggregazione. Il primo strumento tecnologico è stato un registratore a nastro che il mio amico Stefano aveva ricevuto in dono , di cui tutti ne abbiano beneficiato, cantando a squarciagola tutte le canzoni del mitico Zecchino d'oro. Se la memoria non m'inganna, questa strada è stata anche luogo di una rappresentazione teatrale, realizzata da noi ragazzi con una media d'età non superiore dai 10 anni: niente di più divertente!.Quindi niente mondo virtuale, niente social network ma sentimenti, realtà ed emozioni veri: quelli che si provano nel profondo del cuore e che io considero i mattoni della nostra vita e del nostro vivere. Grazie, via senza nome!  

  

Con questo post partecipo al blogcandy di Cranberry del blog Cappuccino e cornetto


Dedico questo post a tutti i bambini, ora adulti, con i quali ho trascorso la mia infanzia.

venerdì 4 novembre 2011

Dalla favola alla tavola: minestra di legumi, cereali e ... zucca

... e al tocco della bacchetta magica la zucca si alzò lentamente dal fusto, mentre i viticci arrotolandosi si  trasformarono in ruote e  in un attimo diventò una stupenda carrozza!
Ecco la prima cosa che mi viene in mente pensando alla versatilità di questo meraviglioso prodotto della natura, che, specialmente, in questo periodo dell'anno, è presente sul mercato. Oltre ad essere il soggetto della famosa trasformazione fiabesca, la zucca  detiene un posto di grande rispetto nell'arte decorativa costantemente in evoluzione e perfezionamento. Si vedono zucche sapientemente intagliate e traforate che possono essere utilizzate come contenitori, fioriere, fruttiere o zuppiere; tutto questo in un'esplosione di colori propri dell'autunno.  Dal suo ruolo ornamentale passiamo alla cucina dove la zucca, con tutte le sue varietà, diventa l'ingrediente principale di piatti celebri, prestandosi alla preparazione di tortini, di ripieni per tortelli, di risotti, di zuppe e di salse. E non dimentichiamoci di accontentare i più golosi con un'ottima crostata alla marmellata di zucca o cialde croccanti con crema e zucca. C'è solo l'imbarazzo della scelta! Cosa ne dite di iniziare con una minestra di legumi, cereali e zucca? Una preparazione perfetta per l'autunno, quando solo il   pensiero della nebbia, dei primi freddi e della pioggia deve essere confortato da una fumante minestra. Quindi lasciamoci coccolare!

                                                                    Ingredienti

                                                          gr .500 di  legumi e di cereali secchi
                                                          gr. 200 di zucca
                                                          2 carote
                                                          1 costa di sedano
                                                          1/2 cipolla
                                                          3 chiodi di garofano
                                                          1 peperoncino piccante
                                                          olio extra vergine d'oliva
                                                          sale. 

                                                       



  
Lavare e mondare con cura le verdure, sciacquare velocemente il misto di cereali e legumi. Versare in una casseruola 2 litri d'acqua, aggiungere la costa di sedano, le carote, la polpa di zucca, tutto tagliato a pezzetti. Unire la cipolla steccata con i chiodi di garofano e infine il misto di legumi e di cereali, il sale, il peperoncino e l'olio. Lasciare cuocere a fuoco lento per circa un'ora. Servire la minestra calda e, se desiderate, unire un filo l'olio extravergine di oliva. Buon appetito! 
Con questa ricetta partecipo al contest di Farina, lievito e fantasia




Con questa ricetta partecipo anche al contest

giovedì 20 ottobre 2011

25 onde d'argento: torta semifreddo agli amaretti e cioccolato

 La verità è che spesso leggo una frase e poi continua a ronzarmi in testa, come se mi volesse dire qualcosa. E questo ciò che mi è successo leggendo il contest di Vale: "I meravigliosi anni della nostra vita". Credo che noi tutti abbiamo molto da raccontare, ricordando le varie esperienze che abbiamo vissuto, anche se non è semplice mettere a nudo i propri sentimenti. Ma partiamo con ordine! Il soggetto di questo contest indubbiamente sarà una ricetta nata per partecipare a questo contest: ma non una ricetta qualsiasi! E si! Perché quando parlo di meravigliosi anni intendo i miei 25 anni di matrimonio con il mio uomo. Forse per questo motivo mi sono ritrovata tra una marea di ricordi e tra le vecchie foto, scattate nei momenti più belli: il giorno del nostro matrimonio, la nascita di nostra figlia, il suo primo giorno di scuola, le nostre vacanze in montagna, le cene con gli amici, i nostri compleanni insieme ai parenti. Avrei tanto da raccontare, perché 25 anni sono tanti, ma non troppi, ed ora sembrano tutti compressi dentro una piccola scatolina, piena di amore e felicità. Un amore nato da un incontro quasi fatale, una strana coincidenza. Poi il tempo ci ha fatto avvicinare e crescere insieme, giorno dopo  giorno, imparandoci ad affrontare i problemi della quotidianità, condividendo gli stessi obiettivi, cercando di stare sempre uniti nel bene e nel male.

                                          Un 25 ricamato sulla vela della vita
                                          di una barca già da tempo partita
                                          Un 25 cucito da filo d'argento sul pennone
                                          di un amore sempre in evoluzione.

Queste sono le prime strofe di una bellissima poesia, scritte per quest'occasione dalla carissima Arianna, ed hanno la forza di farci guardare il passato, vivendo il presente mentre in lontananza s'intravvede il futuro. Conclude
                                          Insieme il timone bisogna girare
                                          per non restare in balia di un tenebroso mare.
                                          Affacciandosi si possono vedere i delfini
                                          oppure uragani vicini.
                                          In ogni caso in due bisogna lottare
                                          perché il mare tante sorprese può riservare.

Dopo tante belle parole mi sembra quasi inopportuno pubblicare la ricetta, ma dobbiamo festeggiare e non c'è festa senza una torta! Cosa ne dite di un bel semifreddo agli amaretti e cioccolato? Per motivi che certo capirete ... la foto riporta due porzioni, ma la ricetta è intesa per una pirofila rettangolare 20x30.




Ingredienti

4 uova
5 cucchiai di zucchero
1/2 litro di panna fresca
15 amaretti
15 biscotti secchi
gr. 100 di mandorle
gr. 100 di cioccolato fondente 

Separare gli albumi dai tuorli, montare gli albumi con 2 cucchiai di zucchero e i tuorli con i rimanenti 3 cucchiai di zucchero. Unire i due composti ottenuti, mescolare e aggiungere la panna precedentemente montata. 
Intanto sbriciolare i biscotti, tritare le mandorle, leggermente tostate, e grattugiare il cioccolato fondente. Versare in una pirofila rettangolare uno strato del composto, contenente le uova, lo zucchero e la panna alternandolo ad uno strato di biscotti, di cioccolato e di mandorle. Continuare questa operazione fino alla fine degli ingredienti. Mettere il dolce in freezer per almeno 4 ore e per gustare tutto il sapore estrarlo dal frigo almeno un'ora prima di mangiarlo. Buon appetito! 



Ah! Dimenticavo! Voi state pronti ? Ora lancio il bouquet! E se son rose fioriranno!
Con questo post partecipo al contest di Vale


E non mi dite che questo grande evento non calza proprio a pennello!

domenica 16 ottobre 2011

Ogni frutto ha la sua stagione: torta di pere e cioccolato

E' proprio vero! Anche se ormai possiamo trovare tutti i prodotti ortofrutticoli in ogni mese dell'anno, vi garantisco che ogni frutto ha la sua stagione. Dobbiamo mangiare le pesche in estate, le fragole nelle belle giornate di primavera, le arance son la nostra compagnia durante l'inverno e ora ... cosa ne dite di sbucciarci una bella pera? Lo so! Voi non lo potete sentire, ma il cestino di vimini colmo di pere angelica, posto al centro del mio tavolino, emana un profumo delicato, dolce, tipico delle pere mature. Sono qui, ipnotizzata dall'odore ed osservo i meravigliosi colori delle pere: verde e giallo, con una leggera nota rosata, sicuramente questa è la parte più esposta al sole. Si potrebbe fare un quadro! Ed ecco che spunta, a farmi compagnia, un piccolo bruco; peccato che non ho una di quelle macchine fotografiche con il mega obbiettivo macro altrimenti vi avrei postato anche un suo primo piano: direi che ha gradito, sembra quasi sorridere! Ho deciso: è ora che mi sbrigo e che faccio un giusto utilizzo di queste pere. Sfoglio il mio vecchio ricettario, ma purtroppo ho solo torte di mele, di pesche, di albicocche e di ciliege, ma di pere non se ne parla. Rimango delusa, avevo        
voglia di una tortina soffice, soffice con le pere all'interno e sinceramente mi ricordo di averla realizzata. Molto probabilmente non ho annotato gli ingredienti e per questa sera niente dolce con le pere. L'unico ad essere felice è il mio amico bruco che imperterrito continua a gustarsi la mia pera. Eh, no! Non può averla vinta il bruco. Ragazzi, stasera s'improvvisa! Ed ecco quello che ho sfornato



                             

                                                                    Ingredienti
                                             
                                                                    3 uova
                                                                    gr. 200 di zucchero
                                                                    gr. 230 di farina
                                                                    gr. 70 di fecola
                                                                    gr. 120 di burro fuso
                                                                    gr. 100 di cioccolato grattugiato
                                                                    1 vasetto di yogurt magro
                                                                    1 bustina di lievito per dolci
                                                                    4/5 pere angelica

Nella planetaria battere le uova con lo zucchero, unire il burro fuso, lo yogurt, la farina, la fecola e infine il lievito setacciato. Versare metà del composto in una tortiera precedentemente imburrata, distribuite sull'impasto le pere, sbucciate e affettate. Cospargere le fette con il cioccolato grattugiato e ricoprire il tutto con il resto dell'impasto. Cuocere in forno preriscaldato a 170° per circa un'ora. Sfornare, lasciare raffreddare e dopo averla tolta dalla tortiera cospargere il nostro dolce con lo zucchero a velo oppure con il cacao. Buon appetito!
                                                                   



Peccato che in questo mondo virtuale possiamo solo allietare solo le nostre pupille e non le papille gustative. Io cerco di fare del mio meglio: ne taglio una fettina e ve la offro. Veramente deliziosa!
Con questa ricetta partecipo al contest di Paola Brunetti

mercoledì 12 ottobre 2011

Ricordando i migliori anni della nostra vita: biscotti caserecci

Oggi voglio rispondere ad una domanda che spesso mi formulate. "Ma come nasce l'idea di pubblicare un post?". Sinceramente non ci avevo mai pensato! Sicuramente è il piacere di condividere con tutti voi le mie sensazioni, le mie esperienze e i miei momenti più emozionanti. E' ovvio che, per motivi di tempo, non riesco a pubblicare tutto e di questo me ne rammarico. Molte foto purtroppo rimangono nella memoria della mia macchina fotografica anche se la mia fantasia ipotizza di poterle abbinare a qualche avvenimento o a qualche mia realizzazione. In altri casi basta pochissimo; la voglia di pubblicare un post è come una folgorazione: gli occhi vedono qualcosa, la mente recepisce una sensazione e di lì il passo è breve per avere voglia di mettersi davanti al PC e scrivere a dieci dita quello che il cuore detta. Molte volte non è molto semplice, specialmente per chi, come me, ha tanto da dire, ma a fatica riesce a trasformare in parole i propri sentimenti. E' bastata una manciata di biscotti, fatti rigorosamente in casa, per farti tornare in mente ...

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Non so da dove iniziare, ma di una cosa sono certa: questi biscotti mi ricordano una bellissima esperienza e mi auspico di poterla ripetere al più presto. Dovete sapere che per anni ho organizzato gite giornaliere o meglio abbiamo organizzato gite, perché tutti coloro che aderivano all'iniziativa avevano poi un compito da svolgere. Io ero addetta alla preparazione della cena che solitamente si svolgeva nella via del ritorno dalla gita. Tante sono state le mete: Mantova, Venezia, Padova, Capri, Ferrara, Lago Maggiore, Reggia di Caserta, Sirmione, Orvieto e altre città italiane che mi sono rimaste le cuore con le loro tradizioni, le loro bellezze naturali, artistiche e anche culinarie. Solitamente il pranzo si svolgeva in qualche ristorante tipico della zona ma poi nella strada del ritorno la cena era compito mio e dalla mia cara amica Maria Grazia con la direzione della mia cara mamma (grande cuoca per passione). Il menù era un classico: pizza di Pasqua, focaccia con le olive, pannociati, torta rustica con relative varianti, torta di rose salata, treccia salata farcita ai salumi; per non parlare dei dolci: crostate, panettoni con uvetta, maritozzi , ciambelle al cioccolato e non potevano certo mancare i biscotti con sopra gli zuccherini che nella zona di Fano si chiamano "i biscotti caserecci".Il tutto era annaffiato dal nostro buon vino rosso che solitamente rendeva tutti molto allegri e pronti ad intonare qualche bel canto accompagnato dalle note di una vecchia, ma sempre accordata, chitarra. Ormai sono partita! Potrei stare qui a raccontarvi per ore le varie emozioni che ho provato in ogni occasione anche se c'è una cosa che le accomuna tutte ed è la sensazione che provavo ogni volta, quando si chiudeva la porta del pullman e tutti insieme partivano per visitare una città nuova sapendo di trascorrere una giornata all'insegna dell'amicizia e dell'allegria. 

Ingredienti

6 uova
gr.600 di farina 
gr.150 di burro fuso
gr,15 di ammoniaca per dolci
gr.250 di zucchero
anice
latte
scorza di limone grattugiata 

Impastare gli ingredienti tutti insieme fino ad ottenere un impasto morbido e liscio. Stenderlo con il matterello ricavandole una sfoglia non troppo sottile e con un stampino per biscotti ottenere tante formine. In alternativa si può usare una rotellina dentellata realizzando tante losanghe.
Continuare fino ad esaurimento dell'impasto. Disporre i biscotti sulla placca del forno imburrata e infarinata e cuocerli a 170°. Controllare i biscotti perché la cottura avviene rapidamente. Sfornate e lasciare raffreddare sulla grata per dolci. Si mantengono per molti giorni se si ripongono in una scatola di latta o dentro un sacchetto di cellophane. Buon appetito!

  

Ci tengo a precisare che non seguo più le gite, ma continuo a fare i nostri biscottini e colgo l'occasione per offrirvene uno con una tazza di caffè fumante o forse preferite una buona cioccolata calda? 

Con questo post partecipo al contest di Valentina del blog "La cucina di Vale" 

venerdì 30 settembre 2011

Un omaggio a mio padre: confettura di fichi e fichi caramellati


Debbo essere sincera fino all'osso e confessarvi che queste foto le ho scattate nell'orticello di mio padre con il suo dovuto consenso e sua grande felicità. E si! Appena ho accennato l'idea di fare qualche foto al suo regno a subito acconsentito ed ho notato nei suoi occhi un leggero accenno di soddisfazione: aveva già intuito che i suoi dolci fichi sarebbero stati ospiti del mio blog ed che sarebbero entrati nel mondo virtuale. Un vero onore e quale onore! Voi cosa ne dite se aggiungo qualche altra fotografia per far vedere a mio padre come ho utilizzato il frutto, e in questo caso i frutti, della sua grande passione?



Tra una montagna di panni da stirare, la cena da preparare e il vestito da finire  per la sfilata ho trovato il tempo anche per fare la marmellata, anzi la confettura di fichi. Veramente buona! Ad essere sincera non finisce qui l'avventura, perché mentre bolliva a fuoco lento la mia confettura ho avuto la brillante idea di realizzare una vecchia ricetta per ottenere i fichi caramellati e che mi è stata gentilmente fornita da Anna, una mia cara cliente. Gli ingredienti sono gli stessi della marmellata: fichi e zucchero.  



Sinceramente non ho pesato niente, ho solo messo i fichi in un tegame largo cercando di fare un unico strato su quale ho versato lo zucchero. Ho fatto bollire lentamente per circa 2 ore, girando lentamente i fichi e facendo attenzione  a non romperli. Quando lo zucchero ha assunto un colore ambrato e una consistenza caramellosa aderendo perfettamente ai fichi è ora ho imbarattolato in vasi di vetro perfettamente sterilizzati. Ricordatevi che per ottenere il sottovuoto basta capovolgere i barattoli ancora caldi ma controllate sempre che il coperchio si sia leggermente avvallato. 




I fichi caramellati si possono utilizzare in tanti modi: come ripieno per torte a pasta lievitata, o riempiti con la pasta di mandorla e poi ricoperti con il cioccolato oppure si possono offrire semplicemente accompagnati da un buon gelato al fiordilatte e spolverizzati di cacao in polvere. Buon Appetito! Secondo voi mio padre cosa dirà quando leggerà questo post? Al più presto la risposta! 




domenica 4 settembre 2011

Fano e dintorni: liquore alle more



Potrei iniziare da lontano dicendo che le Marche sono tra le regioni italiane che hanno la possibilità di offrire una vasta varietà di ambienti e di territori. Si passa dalle altitudini montane alle coste sabbiose del litorale attraversando un dolce pendio collinare. Anche i colori variano: dall'azzurro del  mare, al verde dei pascoli, ai dorati vitigni, al bianco delle montagne innevate. Non dimentichiamo il colore giallo che predomina in estate con le piantagioni di grano, di sorgo, di granoturco e di girasoli. E' affascinante allontanarsi appena qualche chilometro dalla città e trovarsi subito in una realtà collinare dove sembra essere inghiottiti da una favola. E si! Questa è stata la mia sensazione mentre stavo fotografando un campo di girasoli. Maestosi, tutti in fila come grandi soldati e, come dice il nome, sempre rivolti verso il sole con il "capo" leggermente inclinato, quasi in segno di rispetto. Ad osservarli bene viene da pensare, anche in questa occasione, come la natura riesca sempre a realizzare dei veri capolavori: un robusto fusto adornato di grandi foglie cuoriformi sorregge un capolino di fiori gialli o marroni, circondato da una vera corona di petali gialli. Ad essere precisi i fiori esterni sono "i fiori dei petali" e sono sterili, mentre i fiori che riempono il capolino sono "i fiori del disco" e quando si maturano diventano semi, utilizzati in cucina. Da essi si ottengono diversi prodotti tra i quali l'olio, alcuni grassi vegetali solidi tipo la margarina, i saponi, le candele e dai residui si ricavano prodotti alimentari per il bestiame. E visto che parliamo di cucina ricordiamoci che i semi crudi possono essere utilizzati al naturale, tostati e salati. 
Ma torniamo al nostro campo di girasoli, perché a fare da cornice a questa meravigliosa cartolina c'è sempre una stradina sterrata attorniata da un cordolo di rovi pieni di more appena mature.
  


Direi fantastico! Voi cosa fareste al posto mio? E mentre pensate alla risposta io vi dico che mi sono messa a mangiare le more come facevo da bambina. Chi di noi non ha fatto scorpacciate di more appena raccolte lungo le stradine di campagna per poi tornare a casa con le braccia tutte graffiate, le labbra e le mani macchiate di viola e i semini tra i denti? E se si ha pazienza si può raccogliere anche qualche frutto da portare a casa per farne della buona confettura.




Ma in questa occasione vi voglio postare un sistema per conservare il raccolto ed ottenere un ottimo rosolio:
liquore alle more.



Ingredienti
1/2 litro di alcool a 95°
1/2 litro si acqua
gr.500 di more 
gr.500 di zucchero

Mettere le more in un vaso, versare l'alcool e lasciare macerare per circa 1 mese. Trascorso questo periodo, aggiungere uno sciroppo composto da acqua e zucchero bolliti insieme. Nel liquore si possono lasciare parte delle more che serviranno per decorare dolci o accompagnare macedonie o  gelati. Il liquore può essere bevuto subito, ma se invecchia migliora. Buon appetito! 


giovedì 25 agosto 2011

Fiera di San Bartolomeo: cipolline in agrodolce


Oggi ho una meravigliosa notizia da darvi: a Fano si sta svolgendo la tradizionale fiera di S.Bartolomeo, organizzata dall'Assessorato delle Attività Economiche e del Commercio del Comune di Fano. Questa fiera è diventata ormai un'istituzione e si articola nel lungomare Sassonia, con la presenza di circa 230 espositori, non solo fanesi, ma provenienti da tante altre regioni italiane. La nostra fiera ha origini molto antiche: il primo bando che tratta e regola questo evento, risale all'8 di aprile del 1457; in questo periodo Fano era sotto il dominio della Signoria dei Malatesta e veniva indetta la Fiera per l'anno successivo, per un periodo di 15 giorni con decorrenza dall'11 al 26 di agosto. Nel 1500 veniva, inoltre, impedita la vendita e quindi l'acquisto delle cipolle, allo scopo di commercializzare questo prodotto solo in occasione della fiera di San Bartolomeo. Ancora oggi i produttori agricoli e i venditori di aglio e di cipolla caratterizzano con la presenza delle loro bancarelle la fiera. Ehi! Cosa ne dite di eleggere il Re e la Regina di questo evento con una foto? Eccoci accontentati! Sua Maestà: la cipolla e il suo ... consorte: l'aglio. 


E' veramente fantastico gironzolare per i vari banchi: c'è di tutto!
Distese di calzini multicolori


Commercianti che si trasformano in dimostratori di utensili per la cucina, prodigandosi per convincere le massaie all'acquisto dell'ultimo marchingegno che affetta, trita, emulsiona, grattugia e non so che altro potrebbe fare! Ma il risultato è sempre perfetto.


E poi pentole, pentoline, pentoloni! Come fare per resistere! Io comprerei tutto, specialmente quando si tratta di cucina!


Tra le tante cose colorate che più mi attraggono ci sono i magneti di tutte le forme e rappresentanti ortaggi frutta, animali, fiori. Bellissimi!


Non posso dimenticarmi certo di fotografare le conserve che tanto mi stuzzicano! Olive sottolio, giardiniera in agrodolce, peperoncini ripieni di tonno, alici sotto sale. Sono una vera golosità.


Non si può certo andarsene senza aver comperato nulla. E' vero che siamo in un periodo di crisi economica, ma almeno un piccolo dolcetto tra questa miriade di golosità possiamo ancora permettercelo!


Potrei continuare ancora ma vi voglio lasciare il gusto di scoprire da soli la bellezza della nostra fiera. Ah! Scusate! Non vi ho detto che cosa ho comperato! Indovinate! La cipolla.
Certo non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di acquistare la regina della fiera e delle nostre cucine per poter realizzare anche quest'anno le mie cipolline in agrodolce.


Ingredienti

1/2 litro di aceto
1/2 litro di vino
un bicchiere di olio
gr.50 di sale
gr. 50 di zucchero
kg.1 di cipolline 

Portare al ebollizione l'aceto con il vino, l'olio, il sale e lo zucchero. Aggiungere le cipolline e fare bollire per circa 5 minuti, controllando eventualmente la cottura. Spegnere il fuoco e lasciare raffreddare le cipolline nel liquido. Appena raffreddato versare nei barattoli di vetro, precedentemente sterilizzati, chiuderli e riporli in un luogo buio e asciutto. Si mantengono a lungo anche se, per gustarne il vero sapore, non tardare più di qualche mese per l'assaggio; sono ottime accompagnate con il bollito o come semplice antipasto. Buon appetito!

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